Rimini. Partigiani e Rifondazione: "No all'apartheid dei migranti"

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L’offerta turistica non viene danneggiata dalla presenza di qualche decina di profughi, accolti in una struttura alberghiera nella cosiddetta “fascia buona”. No. Gli elementi che squalificano hanno nomi precisi: lavoro nero e gravemente sfruttato, evasione fiscale. Paolo Pantaleoni è segretario provinciale di Rifondazione comunista e dedica la sua analisi al caso che da alcuni giorni vede contrapposti Aia e Croce rossa. In sintesi: quaranta profughi si dovevano spostare da una casa a monte dell’aeroporto a un albergo di Rivazzurra. Apriti cielo. Gli albergatori hanno chiesto di “lasciare libera la fascia a mare” e i toni successivi hanno convinto la Croce Rossa a bloccare tutto.

“Restiamo umani”

«Per me - rimarca Pantaleoni - quello che dequalifica l’offerta turistica sono lavoro nero e gravemente sfruttato, l’evasione fiscale, non certo la presenza di persone indigenti. Una comunità è fatta di persone e di relazioni, l’accoglienza sta qua dentro, è un elemento di umanità e di civiltà. Tutto il resto altro non è che affermazioni senza senso, non si può pensare che la questione sociale sia tutta nella frase “lontano dagli occhi lontano dal cuore”.

Per Rifondazione il punto è un altro. «I nostri alberghi andrebbero riqualificati e le criticità sono quelle che ho detto, per una comunità il problema è dare risposte a chi ha bisogno e non dire “li mettiamo a monte della statale”».

“E il Comune dov’è?”

In una recente assemblea pubblica a Miramare anche il Comune (tramite il consigliere Mirko Muratori) ha sostenuto la richiesta degli albergatori, rimarcando comunque che l’autorizzazione spetta alla Prefettura.

La presidente del comitato provinciale Anpi, Giusi Delvecchio, ha qualcosa da dire. «Celebre è il modo di dire sparare sulla Croce Rossa: ebbene l’amministrazione si è prodigata a farlo, avvallando l’apartheid per i migranti che la Croce Rossa avrebbe dovuto ospitare a Rivazzurra. Sapere che l’amministrazione ha ben pensato di accogliere la richiesta ci lascia un certo sgomento, ci sorge quindi spontanea la domanda: dov’è finito il grido di Black Lives Matter che la scorsa estate era stato catturato in una scritta al parco Fellini lunga cento metri? A quanto pare è già stato dimenticato».

L’Anpi non dimentica. «Non ci è sfuggito l’apprezzamento della presente amministrazione alla proposta di intitolare la piazza del Castello al poeta fascista e antisemita Ezra Pound o del riposizionamento, nei decenni passati, nella piazza in cui furono impiccati i Tre Martiri, della copia della statua di Giulio Cesare il cui originale fu regalato da Mussolini».

Nondimeno l’Anpi «dimentica il lavoro nero che ogni giorno opprime lavoratrici e lavoratori nelle nostre campagne e spiagge, quelle stesse spiagge che evidentemente potranno essere frequentate da persone dalla pelle scura solo in condizioni di schiavitù».

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