Rimini. Parco eolico, il sindaco ora ha fretta: "Tagliare i tempi"

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Burocrazia da eliminare e procedure normative più semplici e snelle.

Il sindaco Jamil Sadegholvaad, dopo la denuncia lanciata dalle colonne del Corriere Romagna da Energia Wind 2020, la società titolare del progetto del parco eolico al largo delle coste riminesi, interviene a supporto delle rinnovabili e della necessità dell’impianto in Riviera. Impianto, va detto, la cui richiesta di impatto ambientale è ferma, da oltre tre mesi, su un tavolo del ministero della Transizione ecologica in stato di “verifica amministrativa”. Tempi lunghi, dunque. Commenta Sadegholvaad: «Pur nella congiuntura di una fase difficilissima, anche e soprattutto per la caduta estiva del Governo e l'attesa di quello che verrà non prima di ottobre, occorre tagliare tempi e procedure su tutto ciò che riguarda la produzione di energia da fonti naturali». «Con la Russia che chiaramente staccherà subito tutte le forniture – aggiunge, quindi, il sindaco -, non si deve perdere un giorno e dunque occorrono procedure semplificate e prioritarie. Detto ciò il nuovo Governo, a mio modo di vedere deve avanzare una proposta per compensazioni tariffarie nei confronti dei territori che ospitano grandi hub energetici e che producono energia per tutto il territorio nazionale».

Nuova rotta

Insomma, una presa di posizione forte e decisa quella del primo cittadino, che la dice lunga sullo stato d’emergenza energetica in cui è piombata la Riviera, con bollette da capogiro che rischiano di mettere in ginocchio il tessuto produttivo e minare i bilanci degli stessi enti pubblici, dal Comune, alla Provincia, fino all’Azienda Usl. E che lo stesso sindaco, ancora prima del suo predecessore e attuale candidato alla Camera dei Deputati, Andrea Gnassi, che si è detto, ora, favorevole all’impianto offshore in Adriatico, dopo il “No” secco espresso nel 2020, aveva intravisto nel corso dell’ultima campagna elettorale per le comunali. Quando, appunto, auspicò la realizzazione di «un impianto eolico offshore, anche al largo della costa riminese» che possa creare benefici come la creazione di «energia dai costi ridotti per gli alberghi della Riviera» e gratuita «per tutte le scuole della provincia di Rimini». Aspetti positivi, ma anche valutazioni negative, quelle espresse, all’epoca, da Sadegholvaad. Quando parlò di un progetto che «così come presentato non va bene», «di vecchia generazione» e «che impatta in maniera evidente e devastante sul paesaggio».

Svecchiamento

Insomma, vere e proprie richieste di modifica al progetto quelle lanciate dall’allora candidato sindaco che così chiosò il suo intervento: «La contrarietà al progetto non significa contrarietà a ragionare sul tema di un nuovo Piano energia della Romagna, in cui si possa prevedere anche un impianto più moderno, più innovativo, molto più lontano dalla costa e quindi non visibile, adattato nella sua conformazione alle esigenze di chi lavora in mare, i pescatori. Un impianto dalle caratteristiche contemporanee e adatto alle peculiarità territoriali, sul modello di quelli che vengono realizzati nel Nord Europa o sono in programma per i prossimi anni nel Sud Italia». Proprio quello attualmente fermo sulla scrivania di qualche funzionario del ministero. Che parla di prime pale distanti dalla costa 10 miglia nautiche e di un corpo portante installato oltre le acque territoriali.

Pulita, economica, libera dai ricatti russi («chiuderemo i rubinetti del gas all’Europa») e da politiche internazionali spesso contraddittorie, l’energia pulita prodotta con la forza del vento dal parco eolico dell’Adriatico potrebbe rappresentare la panacea ai mali della Riviera. A quei mali provocati dal caro bollette e dai costi energetici folli che rischiano di mettere in ginocchio il tessuto economico riminese, romagnolo, italiano.

Ma vediamo in cosa consiste questo progetto e quali vantaggi apporterebbe alla Riviera, in termini energetici, ma anche occupazionali. E facciamolo spulciando la relazione all’elaborato presentato da Energia Wind 2020, il 26 maggio scorso, al ministero della Transizione ecologica per la valutazione d’impatto ambientale (e ancora lì bloccato). Secondo quanto scrive la società titolare del progetto da 330 megawatt di potenza «con la realizzazione della centrale eolica offshore, considerando la produzione annua di 710 gigawattora, il fabbisogno energetico della provincia di Rimini sarebbe soddisfatto per il 43% se rapportato ai dati del 2018 e 2019 e addirittura del 47,3% se rapportato al 2020». Ma non finisce qui. Sempre secondo le stime della società «sarebbe soddisfatto il fabbisogno di elettricità complessivo di un territorio urbanizzato corrispondente a circa 120.000 abitanti (Rimini appunto, ndr), considerando un consumo statistico e omnicomprensivo pro capite per abitante pari 6000,2 kWh/anno». Infine, conclude Energia Wind 2020, «il deficit energetico regionale sarebbe ridotto del 2,56% mentre la produzione di energia rinnovabile in Emilia‐Romagna avrebbe un incremento superiore all’11%».

Tanti pro di natura energetica, dunque, come la completa indipendenza di Rimini da altre forme di energia, come il gas o il petrolio. Ma anche vantaggi sotto il profilo occupazionale. Sempre secondo Energia Wind 2020, infatti, la fase di sviluppo, ingegneria e fase propedeutica alla cantierizzazione garantirebbe 84 assunzioni dirette e 100 indirette; la fase di realizzazione, invece, ne assicurerebbe 34 dirette e 38 indirette; quella di manutenzione 74 dirette e 88 indirette; ci sarebbe, poi, anche una crescita occupazionale relativa all’indotto per 192 unità; infine in fase di dimissione necessiterebbero altre 34 assunzioni dirette e 38 indirette. Per un totale di 226 assunzioni dirette e 264 indirette: complessivamente 682 posti di lavoro creati.

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