Rimini, parco eolico: altri 120 giorni per allontanare le pale

«Ci è arrivata la richiesta di integrazioni al progetto. Approfondimenti, più che modifiche. Così, per fornire chiarimenti dettagliati e precisi, chiederemo, ai venti giorni di tempo richiestici, una proroga di altri 120 giorni». Giovanni Selano, progettista del Parco eolico dell’Adriatico, annuncia l’inizio ufficiale della procedura burocratica che dovrà portare alla valutazione finale di impatto ambientale sulla centrale a vento al largo tra Rimini e Cattolica.

Il carteggio della commissione del Ministero dell’Ambiente è giunto alla Energia wind 2020, la società che ha presentato il progetto, il 24 gennaio scorso: «per questo – spiega l’architetto – avremo quattro mesi prima di presentare le nostre integrazioni ed eventualmente, su loro richiesta, incontrare i membri della commissione». C’è un punto, però, sul quale la società deve rispondere: quello relativo alle verifiche di natura archeologica. Continua il progettista: «Le norme sull’archeologia preventiva hanno una duplice funzione: salvaguardare il patrimonio antico, là dove ci sia, e nel contempo far sì che i lavori vengano svolti senza intoppi, poiché eventuali problemi saranno affrontati e risolti prima e non in corso d’opera. In mare, ad esempio, il rischio potrebbe essere quello di intercettare materiale disperso, come anfore o relitti. Ma anche a terra, con possibili ritrovamenti di antichi tratti stradali. Comunque, stabiliremo fase per fase prima di iniziare i lavori. Ma abbiamo già effettuato degli studi, che approfondiremo ulteriormente».

Quello che però interessa maggiormente i Comuni e le categorie economiche della Riviera, turistiche in primis, è l’aspetto della distanza del parco eolico dalla riva. Ad oggi fissata a 9,5 miglia (18 chilometri) dalla costa per quanto riguarda la prima pala, fino alle 18 miglia per l’intero corpo formato da 51 aerogeneratori di 6,5 Mw di potenza ciascuno, con altezza massima, dal medio mare, compresa in un range di 202-210 metri, e col diametro del rotore di 180 metri: il tutto per una potenza complessiva di 330 Mw. Chiosa, quindi, Selano: «Il Comune di Rimini ha sollecitato di verificare alcune possibilità prevalentemente per le opere a terra: su questo punto continuiamo a dialogare, anche dopo le nostre risposte ufficiali alle osservazioni presentate. Per la parte a mare, invece, lo stesso Comune di Rimini, così come la Provincia e altri Comuni, hanno apprezzato le alternative proposte volontariamente da noi ai primi due progetti, e sollecitato di verificare un eventuale maggiore allontanamento dalla costa delle pale eoliche. A questo invito abbiamo già risposto che avremmo fatto tutte le verifiche del caso, ed è quello che stiamo facendo. Perché il nostro obiettivo è arrivare ad un progetto il più possibile condiviso dalla comunità riminese». AD.CE.

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