RIMINI. Hanno pagato la Tari pur avendo diritto all’esenzione. Il Comune si è fatto pagare ugualmente e adesso non ci sono più i soldi per rimborsare 302 famiglie: 71mila euro. La denuncia porta la firma di Isabella Pavolucci (Cgil), Paola Taddei (Cisl) e Giuseppina Morolli (Uil).
«È passato un anno – recita la nota sindacale – da quando abbiamo chiesto all’amministrazione di provvedere per intero al rimborso nei confronti dei cittadini che avevano ottenuto l’esenzione dal pagamento della tassa sui rifiuti. Trattasi di rimborso, infatti, perché il Comune i soldi se li era fatti dare anticipatamente anche da chi era nelle condizioni per ottenere l’esenzione. Dodici mesi dopo la risposta è stata che mancano 71mila euro e che non c’è nessuna possibilità di trovarli. Così, 302 famiglie con Isee inferiore a 9mila euro, per la maggior parte composte da disoccupati, pur avendo diritto all’esenzione, non avranno alcun rimborso».
La vertenza non può non ricordare l’aumento dell’addizionale Irpef. «Una manovra che ha portato 4 milioni e mezzo di euro e ora ci dicono che dal Bilancio non si possono ricavare 71mila euro. L’unica cosa che, dopo anni e anni di insistenze, hanno finalmente capito è che non ha senso farsi anticipare il pagamento da chi è esente. Però contestualmente, e senza alcun confronto, hanno deciso che dal 2020 verranno cancellate le esenzioni totali, cosa a nostro parere inaccettabile».
Logica conseguenza. «Anche per la Tari l’amministrazione ha continuato a tener fede alla propria linea: sconfessare qualsiasi ruolo di rappresentanza democratica organizzata proveniente dalla società civile; deliberare strategie politiche e di governo in nome di un mandato che si pretende assoluto. C’è chi la disintermediazione la teorizza e la pratica e chi si vergogna forse a teorizzarla, ma di certo la pratica. Come si possono definire relazioni sindacali le informazioni, come nei casi descritti, che senza possibilità di discussioni e confronto vengono “passate” alle rappresentanze sindacali?».
Cosa faranno ora Cgil, Cisl e Uil? «Pensano di scoraggiarci? Si sbagliano. La nostra scelta di campo è chiara, le risorse vanno prese dove ci sono e da chi non paga mai o non abbastanza. Noi staremo sempre dalla parte di chi ha di meno, gli ultimi ma anche i penultimi, i pensionati che hanno lavorato tutta la vita e ai quali si continua ancora a chiedere sacrifici, così come ai lavoratori dipendenti che la crisi economica continua a trascinare in basso verso nuove povertà e insicurezza».