Rimini. Ornella batte il Covid a 102 anni: "Ora torno a fare ginnastica"

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Vince il Covid a 102 anni e torna a far ginnastica. Ornella Tamburini è una combattente e l’ha dimostrato anche stavolta. Nata in un’epoca senza agi e rimasta vedova ad appena 50 anni, questo fiore d’acciaio non ha mai temuto l’ombra «lavorando notte e giorno per assicurare alla figlia Adele un tetto e un diploma da maestra». La possibilità di studiare a lei era stata negata «in quanto femmina».

Quanto coraggio

L’ultima battaglia vinta in ordine di tempo è quella contro il Covid che l’ha contagiata il 21 ottobre scorso, «nonostante le tre vaccinazioni e gli accorgimenti che continuo tuttora a rispettare». Ad aggravare il quadro è arrivata un’infezione urinaria neanche una settimana dopo. Ma Ornella ce l’ha fatta, con il sostegno dell’ospedale di Rimini, imparando a far videochiamate ai parenti in ansia. Un capitolo già archiviato mentre a festeggiare il suo compleanno ieri è stato il sindaco Jamil Sadegholvaad che l’ha trovata lucidissima e felice. «Udito ballerino a parte», non dimostra la sua età. Giusto un pisolino dopo pranzo per ricaricarsi e «poi spazio a cyclette ginnastica ed esercizi consigliati dopo la terza rottura del femore».

Segreti di longevità

A chi le chiede il segreto della longevità risponde che «tutto dipende dall’alimentazione sana, ricca di fibre e povera di proteine». Ma precisa che a fare la differenza è soprattutto «il modo in cui si affronta la vita dove servono in pari quantità coraggio e forza, mettendo al bando le lamentele». Per essere felici bastano cose semplici: «La famiglia, un lavoro onesto e regole chiare», quelle che da giovane le facevano storcere il naso ma di cui è ancor oggi grata a suo padre. Alla ricetta aggiunge un altro ingrediente: «Ritmi di vita regolari, senza tirare tardi la sera, né abbandonarsi a comportamenti sregolati, ma anche fare la scelta giusta, costi quel che costi». Di un’ultima cosa è sicura: non ha paura «neanche della morte», piuttosto ringrazia Dio per ogni giornata «bella o brutta, certa che quando arriverà il momento – conclude con un sorriso - sarò pronta ad andarmene». La nipote Agnese, oggi medico a Milano, la definisce «una persona tenace al di là della selezione di Charles Darwin, ma anche una donna curata che a Natale chiede profumo e rossetto e fissa la parrucchiera ogni settimana». Ma non solo: con la lana che le regalano le suore di Sant’Onofrio crea coperte all’uncinetto per i neonati delle missioni in Africa, al ritmo di una a settimana. Tra gli interessi la lettura delle storie della famiglia reale, seppur dispiaciuta per la scomparsa della regina più giovane di lei. Per non pensarci si dedica alla passione della cucina, dove restano insuperabili la sua pastafrolla come gli strozzapreti. Sempre lungimirante, prosegue la nipote, ha comprato il loculo al cimitero con il primo stipendio. «Il nonno vendeva le macchine da cucire e lei insegnava alle clienti la maglia ma restar vedova l’ha costretta a ricominciare da capo, sicura che se ami qualcosa e ti impegni, non esiste mai un traguardo troppo lontano».

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