Rimini. Operata al cervello di tumore, il marito la pesta a sangue

Il 27 novembre 2021. È la data cerchiata in rosso sul calendario da una povera donna che scappando di casa e presentandosi nel cuore della notte davanti ad una caserma dei carabinieri aveva finalmente messo la parola fine alla vita d’inferno fatta viverle dall’uomo di cui si era innamorata.

Un bruto cui ieri mattina il Gip del Tribunale di Rimini Manuel Bianchi su richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani ha notificato a Casteldaccia (Palermo), un’ordinanza di custodia cautelare che gli impone di stare ad almeno mezzo chilometro di distanza da tutti i luoghi frequentati dalla donna.

Un incubo lungo due anni

Sono state le sempre più frequenti indagini della seconda sezione della Squadra mobile della Questura di Rimini città dove la coppia ha trascorso buona parte della loro convivenza, a mettere fine, almeno si spera, alla brutalità del 32enne, un personaggio violento e incontrollabile soprattutto quando abusava in simultanea di droga e alcol. «Ti spacco la testa con un martello», era solito minacciare la compagna. L’episodio più grave il 27 novembre dello scorso anno quando tornato a casa ubriaco, dopo essere stato redarguito perché aveva sporcato di vomito il letto, aveva iniziato a picchiarla, ferendola con morsi alle braccia e al volto.

Trascinata e pestata

L’aveva pure presa a calci. E dopo averla trascinata a terra per i capelli le aveva più volte sbattuto la testa sul pavimento «preferendo - si legge nell’ordinanza - la parte da cui le era stato asportato un tumore al cervello». Per liberarla le aveva intimato di portarle un bicchiere d’acqua. È stata la sua fortuna. Anziché andare in cucina ha infilato la porta di casa ed è corsa alla vicina caserma dei carabinieri.

Alcol e droga

È stato a quel punto che ha raccontato di quell’incubo iniziato nel gennaio 2020 quando la madre di lei con cui dividevano casa se ne era andata. Da quel momento è stato l’inizio della fine: ha infatti iniziato a bere e drogarsi senza soluzione di continuità. Insulti e percosse sono proseguite anche quando lei aspettava la loro bambina e dopo la nascita della figlia. Andati in Sicilia lei era poi rientrata a Rimini dove lui era tornato dopo il battesimo della piccina, promettendo che avrebbe cambiato vita. Aiuto che adesso si spera gli sia arrivato col provvedimento notificatogli ieri.

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