Rimini, un nuovo film di Gianfreda. E in futuro don Oreste

Rimini

Da “Solo cose belle” a “Ballerina”. E in futuro don Oreste. Dopo il successo dell’opera prima, Kristian Gianfreda torna dietro la macchina da presa per raccontare la storia di una prostituta. E se la vita e gli incontri quotidiani in una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII, facevano riflettere sorridendo, questa volta è diverso, le vicende narrate del cortometraggio “Ballerina” sono drammatiche. Quella di Gianfreda è una sorta di pausa di riflessione dopo il successo del film d’esordio, perché l’opera seconda vera e propria è già in embrione, in attesa della prova più impegnativa: la vita di don Oreste Benzi.

Una vita da esordiente
Allora. “Solo cose belle” è il primo film diretto da Gianfreda, consigliere comunale di “Rimini attiva”, ma soprattutto esponente della Papa Giovanni XXIII e responsabile per anni della “Capanna di Betlemme”, tetto e focolare per chi dorme all’aperto.
Uscito nelle sale italiane l’8 maggio, dopo l’anteprima al Senato, “Solo cose belle” è ancora “in onda”, con una sorta di record a Torino dove è in programmazione ininterrotta da 110 giorni. Più di 50mila spettatori, 280mila euro d’incasso e vari premi in giro per il mondo: migliore colonna sonora al Festival di Brooklyn (Bevano Est, che hanno composto musica anche per Giuseppe Bertolucci ed Ermanno Olmi), miglior regista esordiente allo Shanghai International Film Festival, fino all’ultimo di tre giorni fa a Roma, dove “Sole cose belle” ha vinto nella categoria “comedy”. I riflettori potrebbero restare ancora accesi. «Sono stato a Venezia - spiega Gianfreda - apposta per stringere contatti con distributori internazionali e anche Sky, c’è molto interesse, siamo in fase avanzata di trattativa».
Come si dice in questi casi, un successo inaspettato, quasi sorprendente. «Tante persone, dopo avere visto Solo cose belle mi hanno detto: “Oh Kristian, ma sai che non me lo aspettavo”. Mi fa piacere. Però voglio anche dire che prima di partire con il film, in tanti hanno avuto fiducia, ci hanno creduto prima».

Vita da “Ballerina”
E si arriva all’opera seconda, che non si può chiamare “opera seconda”. «È un cortometraggio - puntualizza subito Gianfreda - quindici minuti circa, il titolo è “Ballerina”, non è una commedia come “Solo cose belle”, ma un film drammatico, la vita di una prostituta, infatti si ispira a un documentario girato come Papa Giovanni XXIII e trasmesso da Rai Due, il viaggio a ritroso di una ragazza, dalla strada al suo villaggio in Romania. Una storia vera, il viaggio nell’anima di questa ragazza».
Quando è previsto il primo ciak? «La data di inizio è il 4 novembre. Stiamo ancora cercando sponsor e produttori, al più presto partirà una operazione di crowdfunding, a marzo il film sarà presentato in occasione di un evento-convegno assieme alla Papa Giovanni».
“Ballerina” è un cortometraggio, un soggetto basato su una storia forte e personale, immaginiamo che la scelta della protagonista sia fondamentale. «Non abbiamo ancora chiuso del tutto, ma siamo molto avanti, sarà Agnese Claisse, figlia di Laura Morante».

La vita del don
“Solo cose belle” racconta la vita di una casa famiglia, “Ballerina” il dramma delle donne rese schiave, come denunciava don Oreste. «Non potrò mai raccontare storie lontane da me» risponde Gianfreda.
Possiamo dire che il cortometraggio è solo un ponte di passaggio verso l’opera seconda vera e propria? Il banco di prova. «Possiamo dirlo. A dire il vero ho già in mente due soggetti, uno in fase avanzata di elaborazione».
Possiamo chiedere se la vita di don Oreste rientra già in questi due progetti? «Un film su don Oreste è nei miei programmi, ma non subito, non sarà il mio secondo lungometraggio. Affrontarlo mi crea ansia, devo essere pronto. “Solo cose belle” è una commedia, un film su don Oreste ha una complessità enorme, ci stiamo lavorando, ma prima di iniziare devo sentirmi pronto».

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