Rimini, non sa a memoria i versi del Corano: il padre lo frusta

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È ufficialmente iniziato il processo a carico del 46enne senegalese che prendeva a frustate il figlio come punizione per non aver imparato a memoria i versi del Corano.

Ieri mattina l’uomo è comparso per la prima volta di fronte al giudice del tribunale di Rimini. Si è trattato, tuttavia, di un’udienza interlocutoria, fissando a giugno 2023 i prossimi step processuali. All’inizio della prossima estate verranno ascoltate la mamma del ragazzino, ora 14enne, la psicologa dell’ospedale a cui si è rivolto dopo la denuncia, e la psicologa che ha assistito alle dichiarazioni fatte dal bambino.

I fatti

Dal 2012 al 2020 il senegalese ha preso a frustate il figlioletto, affetto anche da una malformazione congenita, con i cavi del caricabatteria o le fascette usate per legare i cavi. Il piccolo, infatti, non riuscire a imparare a memoria i versi del Corano in arabo, lingua non parlata in casa e che per questo non era in grado di capire. Atti violenti che il padre giustificava con la moglie e il figlio ricordando come la sua mamma lo picchiasse a sua volta con un bastone. «Lasciava il segno sul corpo - diceva il padre - che andava via, ma in testa rimaneva ed io imparavo». Metodi educativi che per la legge italiana sono considerati però maltrattamenti in famiglia.

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