Rimini. Dopo il pranzo della Comunione non lo fanno guidare: picchia moglie e agenti

Mena la moglie che non vuole guidi perché ubriaco, si azzuffa con un Vigile del fuoco intervenuto in difesa della donna e poi prende a testate un poliziotto. Salato il conto del pranzo post Comunione del figlio di un amico presentato a un 49enne barese da tempo trapiantato a Rimini: 6 mesi di reclusione alleggeriti dallo sconto della pena sospesa.

La storia

A scatenare la furia dell’uomo che ha alle spalle numerosi precedenti penali per droga, truffa, associazione per delinquere, la richiesta della moglie di potersi sedere lei al posto di guida della loro auto. Erano le 19 circa di domenica e durante la camminata dal ristorante sulla spiaggia al veicolo parcheggiato in via Satta, il consorte infatti più volte aveva manifestato tentennamenti nella camminata chiari segni di ubriachezza. Ecco perché quando sono arrivati all’auto ha rifiutato di consegnare al marito le chiavi. La risposta è stata violentissima: un ceffone in pieno volto. Scena vista in presa diretta da un Vigile del fuoco che a breve doveva entrare in servizio e che è subito accorso in aiuto della signora. È nato così un nuovo parapiglia che avrebbe dovuto essere sedato dall’intervento della Polizia. Ma la vista delle divise ha fatto tutt’altro che bene al 49enne. Che prima ha detto di non voler dare i documenti perché non aveva fatto niente di male, poi ha cercato di intimorire gli agenti «voi non sapete chi sono io, nella mia vita ho commesso molti reati e girato parecchie carceri. Vi ammazzo a tutti». Quindi è passato alle vie di fatto sferrando una testata in faccia ad uno dei due agenti che visitato in Pronto soccorso è stato giudicato guaribile in 6 giorni. Finalmente ridotto all’impotenza grazie all’arrivo di una seconda Volante è stato ammanettato e portat in Questura. Qui l’ha raggiunto la moglie che non ha voluto saperne di denunciare il marito: «Siamo sposati da sette anni e questa è stata la prima volta che mi ha picchiata» ha più volte dichiarato al personale dell’ufficio Denunce. Ieri mattina il processo per direttissima che l’uomo ha affrontato assistito dall’avvocato Renzi. Al giudice ha detto di non ricordarsi nulla di quanto accaduto, men che meno di aver colpito con una testata un poliziotto: «Sono alto un metro e 50 come avrei fatto a dargli una testata?».

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