Rimini, "non fanno parlare i no vax": consiglio comunale occupato

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Consiglio comunale “occupato”. Si parla di sanità mettendo al centro della discussione i sanitari che hanno scelto di non vaccinarsi contro il Covid e per la seconda volta la maggioranza non si presenta. Manca il numero legale, fine della seduta. Questa volta però i consiglieri di minoranza non se ne vanno, scelgono di “occupare” l’aula fra gli applausi di alcune decine di spettatori fortemente interessati. Dopo ripetuti richiami della presidente del consiglio Giulia Corazzi e inviti delle forze dell’ordine tutti escono.

“Okkupazione”

Ieri sera alle 18,45 va in scena il consiglio comunale. Il centrosinistra aveva annunciato la propria assenza e quindi dopo l’appello, l’epilogo sembra scontato. Gioenzo Renzi (Fratelli d’Italia) ha però un guizzo: restiamo. E tutti restano.

Luca de Sio (Lega) avverte le persone del pubblico. «Anche per il vostro bene, appena ve lo chiedono, uscite».

Renzi non molla. «Non ci viene consentito di discutere, viene impedito ai consiglieri di minoranza di parlare». E di fronte alle sollecitazione di questura e polizia locale arringa. «Nemmeno di fronte a comportamenti rissosi è stato sgomberato il consiglio, non si può allontanare un pubblico che si comporta correttamente. Qua si vuole impedire un confronto democratico».

Gloria Lisi (lista Lisi per Rimini) rimarca la «prepotenza verso la minoranza, non si può parlare di democrazia, la maggioranza non si presenta, fosse per me io dormirei qua con il sacco a pelo».

Finale. «Sono qua anche per chi la pensa in maniera contraria alla mia».

“Non ci presentiamo”

Già nel pomeriggio i gruppi di maggioranza avevano annunciato e motivato la propria assenza spiegando anche di avere ricevuto insulti e minacce sui profili social. Partiranno le denunce? «Per ora no, ma archiviamo le prove, magari in futuro».

«È quasi un segno del destino - avevano scritto Matteo Petrucci (Pd), Andrea Bellucci (lista Jamil), Marco Tonti (Coraggiosa) e Luca Pasini (Rimini Futura) -. A poche ore dall’annuncio di un’azione legale contro le folli minacce dei no vax da parte di Liliana Segre, i gruppi consigliari di maggioranza confermano la scelta consapevole e responsabile: non partecipare cioè alla seduta richiesta dalle minoranze, in cui tutta la parola e il palcoscenico vengono lasciati al personale sanitario che nel bel mezzo della pandemia, scegliendo di non vaccinarsi, è incorso nella sospensione lavorativa per violazione della legge posta a tutela della salute pubblica».

Come mai? «Non sarà certo il Comune nelle sue sedi istituzionali a fare da grancassa a teorie prive di fondamento scientifico, in violazione delle leggi. Teorie che dall’inizio della pandemia sono state promosse soprattutto attraverso i canali social con un’arroganza e una violenza che, se non ha colpito con la stessa intensità di Liliana Segre (costretta a 92 anni a vivere sotto scorta), non ha risparmiato neanche noi consiglieri, a mettere in fila i commenti social delle ultime settimane».

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