Rimini. No vax mette l'auto di traverso al drive through

Il contatto con una persona risultata positiva al coronavirus emersa dal tracciamento, gli era “costato” il 3 maggio dello scorso hanno l’invito a presentarsi al drive through dell’ospedale Infermi di Rimini per essere sottoposto ad un tampone molecolare. Il 61enne, già “schedato” dal servizio di Igiene pubblica dell’Azienda Usl come No vax, quando si è trovato a tu per tu con il personale infermieristico ha chiesto con insistenza di essere informato sul nominativo del potenziale “untore”. Ovvia la risposta ricevuta dagli operatori: «Non possiamo dire di chi si tratta perché è un dato sensibile e violerebbe la privacy del paziente». Risposta che avrebbe dovuto immaginare visto quante volte è stata sbandierata dal popolo No vax e da molti di coloro che non hanno mai digerito l’obbligo vaccinale.

La reazione

Fatto sta che, preso atto del rifiuto, anziché “rassegnarsi” si è attaccato ad un’altra scusa per cercare di evitare di farsi infilare il tampone nel naso. L’uomo, a squarciagola, perché potessero ascoltarlo tutti i presenti, ha iniziato ad urlare di voler leggere il bugiardino del tampone a cui si sarebbe dovuto sottoporre. Come facilmente intuibile anche questa volta la risposta è stata negativa. Imprevedibile invece la reazione del 61enne originario della provincia di Potenza residente a Rimini da molti anni. Al secondo rifiuto, infatti, è risalito in auto, ha avviato il motore e l’ha messa di traverso sulla rampa d’accesso del pronto soccorso, impedendo di fatto per 40 minuti circa il normale svolgimento dell’attività. Da qui la denuncia per interruzione di pubblico servizio fatta dalla Polizia da cui deve difendersi davanti al Tribunale di Rimini assistito dall’avvocato Luca Nebbia. Nell’udienza di ieri mattina il giudice avrebbe dovuto visionare la ripresa fatta con il cellulare dall’imputato, utile per stabilire se effettivamente come sostiene l’accusa la sua azione abbia creato un disagio a numerose persone (come verbalizzato dal personale dell’Ausl in servizio quel giorno) tale da giustificare l’accusa di interruzione di pubblico servizio o se invece la presenza di persone in attesa di essere sottoposta al test fosse molto contenuta come sostiene l’imputato. Il processo è stato aggiornato al prossimo novembre.

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