Rimini. Nautofono spento, Anthea non ci sta: "Nessun disservizio"

La sirena del nautofono quando cala la nebbia tace, un guasto tecnico l’ha messa fuori uso da un paio di settimane. Manca la poesia di quel suono tanto caro a Rimini. Almeno fino alla metà del prossimo gennaio, o giù di lì: un pezzo dall’estero dovrebbe essere reperito per riuscire a fare tornare la situazione alla normalità da parte di Anthea, la società partecipata pubblica con il Comune a cui è stato dato il compito di intervenire. Prima però di operare nel concreto, dalla stessa Anthea replicano al presidente della consulta del Porto, Gianfranco Santolini, che proprio l’altro giorno ha parlato di «disservizio, scoppiato proprio nel momento in cui il nautofono diventa indispensabile per il rientro tranquillo delle barche in porto. E non comprendiamo come sia stato possibile scoprirlo proprio in queste giornate di nebbia. Come se si scoprisse che un sistema anti-valanghe è guasto proprio nel corso di una valanga».

Le nuove tecnologie

A non essere d’accordo con queste dichiarazioni è l’amministratrice unica di Anthea, Carlotta Frenquellucci, la quale spiega, a fronte dei «commenti piuttosto importanti del dottor Santolini», che «il nautofono non svolge più alcuna funzione legata al codice della navigazione e il suo mancato funzionamento non pregiudica l’accesso in porto in sicurezza per i natanti».

Quando lo strumento era stato tolto nel 2013, prima di tornare a Rimini grazie a una lunga battaglia che aveva visto proprio la Consulta del porto in prima linea e decisiva per il suo ripristino, era stato detto che le nuove tecnologie lo avevano soppiantato. Frenquellucci quindi precisa che «Anthea si sta occupando della sistemazione del guasti, non prevedibile preventivamente, che riguarda parti non più funzionanti nel quadro di alimentazione che verranno sostituiti entro metà gennaio a causa delle festività e dei generali ritardi nelle consegne sulle forniture».