Rimini. Nautofono rotto, i pezzi devono arrivare dall'estero

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«I tecnici mi hanno spiegato che si tratta di un guasto che riguarda il quadro elettrico. Ed essendo un meccanismo molto particolare i pezzi di ricambio devono arrivare dall’estero e sono particolarmente difficili da reperire in questo momento». Carlotta Frenquellucci, presidente di Anthea, la società a capitale pubblico che gestisce il nautofono, spiega i motivi del “silenzio” in cui, da un paio di settimane, è sprofondata la sirena anti-nebbia del porto. Quell’allarme acustico riattivato, nella primavera del 2019, dopo lunghe battaglie e richieste esplicite dei riminesi, e riposizionato in cima alla scogliera, davanti al Rockisland. Aggiunge, però, Frenquellucci: «Prevediamo l’arrivo di questi materiali entro i primi 10-15 giorni del mese di gennaio».

L’intenzione di Anthea è, dunque, quella di restituire la “sirena” il prima possibile. E di riattivare quel lungo suono monocorde, ma carico di romanticismo felliniano alla “Amarcord”, che dalla “palata” richiama i naviganti alla giusta rotta.

Sottolinea la presidente di Anthea: «Il nautofono è un servizio per la città al quale teniamo molto perché è diventato un simbolo di Rimini, dimostrazione la battaglia condotta anni fa per riaverlo dopo che la marina lo aveva spento. Ma anche se preferiamo relegarlo nel nostro immaginario romantico, il nautofono ha un’anima meccanica piuttosto datata a cui serve manutenzione e tempo».


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