Rimini. Mutui e rate, le banche bussano: famiglie in trincea

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Quanto reggeranno ancora le famiglie riminesi? Quanto durerà il sistema? E, soprattutto, quali misure potranno essere adottate per arginare una crisi che sembra ormai senza ritorno? Sono gli interrogativi più ricorrenti tra i cittadini della Riviera. Lancia l’allarme Saverio Messina, segretario dell’Adoc, associazione dei consumatori della Uil: «Settimanalmente arrivano ai nostri sportelli decine e decine di riminesi spaventati da bollette da capogiro e da una situazione familiare insostenibile. Tra utenze da pagare, rate del mutuo da saldare, e inflazione galoppante (8,4% ad agosto, ndr), vengono da noi e ci dicono che non arrivano a fine mese, che non sanno come andare avanti, e che le bollette di luce e gas li stanno dissanguando. E, ripeto, non uno o due, ma trenta, quaranta persone a settimana». Lamentele continue, alle quali l’associazione risponde con un solo, possibile, rimedio: quello della rateizzazione delle spese. «Purtroppo non sappiamo cosa fare, quali strumenti adottare – continua amareggiato Messina -. L’unico strumento che abbiamo a disposizione è quello di prenderci cura dell’utente e proporre alla società fornitrice di energia una conciliazione, attraverso la rateizzazione della bolletta. Altro non possiamo fare. E questo davanti a rincari di luce e gas del 100% e a mutui bancari che hanno raggiunto tassi d’interesse, sull’acquisto della prima casa, del 3,5-4%, contro l’1,5% dell’aprile scorso. Roba da mettersi le mani tra i capelli».

Debiti e richieste forzate

E se le bollette spaventano, i mutui bancari creano panico. Tra chi ha perso il lavoro e non ha più i soldi per saldare la rata. Sottolinea Emanuele Magnani, presidente della Lega Consumatori, che fa capo all’Acli: «Con la cancellazione del blocco dei pignoramenti introdotto dal governo durante il periodo del covid, già da gennaio la richiesta forzata dei pagamenti dei debiti è ripartita con una certa veemenza. Diventando, rapidamente, ancor più delle bollette, che credo cominceranno ad incidere pesantemente sui bilanci familiari nei primi mesi del 2023, una delle emergenze riminesi e non solo». Ma, anche in questo caso, come con le bollette, c’è poco da fare. Se non provare a limitare i danni. In che modo, ce lo spiega l’avvocato Magnani: «C’è una legge del 2012, purtroppo poco conosciuta, che permette al debitore di evitare il pignoramento dei beni attraverso una procedura, da aprire in tribunale, che si chiama di sovraindebitamento. In questo caso, banche creditrici, o qualsiasi tipo di azienda o società che vogliano rifarsi sul patrimonio del “cattivo pagatore”, potranno attingere solo dall’incasso della vendita dei suoi beni effettuata dal tribunale. E basta. Un’eventuale rimanenza di debito sarà azzerata, al contrario del pignoramento che la tiene in vita. Supponiamo che il debito in questione ammonti a 200mila euro e il patrimonio complessivo posseduto dal debitore, prima casa compresa, sia di 100mila euro. Con la procedura di sovraindebitamento, il debitore dovrà cedere al tribunale l’intero capitale, che verrà venduto all’asta per saldare, in tutto o in parte, il debito: automaticamente il restante monte debiti sarà cancellato».

A Rimini , dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito di Crif-MisterCredit, emerge che nel primo semestre del 2022 il 40,5% dei cittadini maggiorenni risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, ovvero un mutuo. Si tratta di una cifra che è sostanzialmente sotto con la media nazionale, che invece è pari al 46,0%.

Sempre per quanto riguarda Rimini, l’importo medio delle rate rimborsate ogni mese dalle persone che hanno acceso un mutuo è pari a 332 euro (importo che è in flessione rispetto ai 377 euro di un anno fa, che si registrava a Rimini). Mentre l’esposizione residua per estinguere i finanziamenti attivi risulta pari a 38.590 e questa è una cifra più alta rispetto ai 37.704 euro del giugno 2021.

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