Rimini: movida senza regole, torna l'idea degli accessi controllati

Rimini

Nella nebulosa creata dall’assenza del nuovo e atteso regolamento ad hoc, i gestori dei locali affacciati al porticato della Vecchia pescheria tentano di fronteggiare il rischio di assembramenti. Ad aiutarli, ieri pomeriggio, c’erano in verità anche il vento gelido di Buran e la pioggerellina fine che cadeva insistente. Tuttavia, sebbene lontana dalle scene di ressa e calca registrate lo scorso week end, anche ieri la Pescheria ha attratto a sé gli irriducibili dell’aperitivo. Irriducibili che in molti casi sorseggiano il cocktail direttamente sui banconi in pietra. Proprio quei banconi che insistono al centro della nuovo regolamento: «Finché non c’è il via libera della Sovrintendenza a utilizzare i banchi - ribadisce l’assessore alla Sicurezze e alle attività produttive Sadegholvaad - non emetteremo nessun divieto di comprare bibite e cibo da asporto dalle 15 alle 18». Il senso, chiarisce l’assessore, è quello di non voler fare una mossa che «impedisca ai gestori di lavorare». Nel frattempo, prende piede un’altra proposta, quella di contingentare gli accessi alle aree critiche, «quelle a maggior rischio assembramenti», spiega il consigliere comunale del Pd, Luca Pasini, il primo a proporre la misura sulla falsariga di quelle messe in atto in centro a Bologna, con il transennamento di piazza Scaravilli e il divieto di asporto. In piazza Verdi e in via Belle Arti, nel cuore della Bologna universitaria, sono entrate inoltre in azione le pattuglie delle forze dell’ordine per sgomberare gli assembramenti e assicurare la quiete pubblica. In quel caso, decisive sono state le rimostranze dei residenti, “assediati” dai giovani in preda all'aperitivo.

Gate d’accesso

Inizialmente giudicata dall’assessore Sadegholvaad una soluzione non praticabile, quella del contingentamento degli accessi nelle aree “a rischio”, torna ora nuovamente in auge tra gli stratagemmi da adottare per limitare gli assembramenti. «Non lo escludiamo del tutto - dice l’assessore - ma le criticità sono molte, e l’azione deve essere pianificata attentamente con le forze dell’ordine». Il problema principale, ricorda l’assessore, è quello dell’“effetto imbuto”, «come già accaduto alla Molo street parade, con la gente ammassata ai varchi». Tuttavia, la richiesta di un controllo degli accessi, arriva anche da alcuni gestori, come Luigi Nanni, 23enne esercente di uno dei locali in pescheria. «Se non c’è un controllo a monte delle persone che entrano - spiega - è inutile vietare l’asporto, perché anche se io non do loro da bere, loro stazionano qui comunque, passeggiano, si fermano a chiacchierare, o semplicemente possono prendere da bere da un’altra parte in cui non è vietato e venire qui con i drink». «Noi - ribadisce - non possiamo cacciare le persone». Preoccupazione principale di altri gestori, ancora una volta, è quella di venire multati per assembramenti che si creano di fronte ai loro locali. «Cosa che si eviterebbe - ripetono - se ci fosse un gate».

Proprio in questa direzione andava la proposta di Pasini. «Servono risposte urgenti - ha detto il consigliere, gestore a sua volta di un altro locali ai Padulli - che però non possono penalizzare ingiustamente le attività commerciali, a cui l’accesso sarebbe comunque garantito».

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