Rimini, morto Giò Urbinati: mondo dell'arte in lutto

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Il mondo culturale di Rimini è in lutto per la morte di Giovanni Urbinati, detto Giò. Curioso, eclettico e fuori dai generi, in mezzo secolo lo scultore e ceramista riminese ha dato vita a una miriade di opere, installazioni e molto altro rintracciabile in Romagna e non solo. Avrebbe compiuto quest’anno 77 anni, essendo nato a Rimini il 17 agosto 1946. La sua carriera artistica è stata a lungo legata a Tonino Guerra e nel 1988 inizia una collaborazione che sfocia nel 1990 nella realizzazione della mostra “La Cattedrale dove va a dormire il mare” alla Chiesa sconsacrata di Budrio di Bologna.

Non più tardi di sabato scorso, Urbinati aveva organizzato una mostra in via Alda Costa, un piccolo spazio museale aperto a tutti, il suo "rifugio del pesciolino d'oro". Un luogo di ispirazione e duro lavoro da tanti anni,dove l’artista riminese ha deciso di accogliere amici, collezionisti, colleghi e curiosi mettendo a nudo tutta la sua vita artistica dagli anni ‘70 ai giorni no stri: ceramiche, quadri, bronzi e disegni, una vasta gamma di opere. L’idea del pesciolino d’oro rievoca la celebre fiaba di Puskin che invita ad apprezzare quello che ogni persona possiede.

Il sindaco di Rimini: "Mancherà a chiunque ne abbia conosciuto l'intelligenza e la simpatia"

Questo il ricordo del sindaco Jamil Sadegholvaad: "Forse in pochi, in Italia, dal dopoguerra, hanno saputo interpretare il rapporto tra uomo e natura nella mediazione artistica come Giò Urbinati. Le sue ceramiche, la terra che con le mani diventa forma e utensile in armonia con il contesto, sono state e sono da molti decenni a questa parte i singolari incontri poetici nei luoghi di Rimini, della Valmarecchia, di San Marino, degli altri paesi della Romagna. Opere contemporanee e allo stesso tempo antiche, capaci di aprire la porta a quel mondo interiore, sempre compresso dalle convenzioni sociali. Giò Urbinati mancherà all'arte italiana e mancherà soprattutto a chi ne ha conosciuto l'intelligenza, la simpatia, l'acutezza del ragionamento".

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