Rimini, morta la 18enne travolta da un'auto venerdì a Viserbella

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Non ce l’ha fatta Farah Sfar Hancha, la studentessa 18enne dell’istituto tecnico Einaudi-Molari di Viserba, investita da un’auto carambolatale addosso dopo uno scontro frontale, mentre insieme al fratello stava camminando lungo via Verenin Grazia diretta alla fermata del bus che l’avrebbe portata a scuola guida.
Già la notte del suo ricovero il quadro clinico era precipitato. Serviva un miracolo perché si salvasse. Purtroppo non c’è stato.
Aveva compiuto 18 anni il 22 novembre Farah. Primogenita di una famiglia con poche possibilità, aveva fatto dello studio, assieme all’inseparabile cugina con cui divideva anche il banco della Quinta A, una grandissima passione. Ed assieme a lei, ad ottobre, aveva vissuto l’esperienza dell’Erasmus+: un mese a Parigi dove avevano lavorato in un Caf, uniche partecipanti della scuola ad aver ricevuto dai tutor una menzione al merito.
«Con lei perdiamo una ragazza d’oro, una figlia». Ha la voce rotta dalla commozione Roberto Moroni, vice preside, mentre ricorda «quella ragazza che quando la incontravi capivi la bellezza del nostro lavoro. Farah era una ragazza piena di vita, di interessi. Educata e con un grandissimo senso del rispetto. Per noi era una speranza». Il professor Moroni deve fermarsi a riprendere fiato: «Per raccontare chi era Farah forse basterebbe dire che da quando è tornata da Parigi non è passato un solo giorno senza che venisse a ringraziare per l’opportunità che le avevamo dato. Il viaggio costava e la sua famiglia non aveva le possibilità per farla partecipare. Noi professori, la scuola, ci siamo mobilitati e lei non perdeva occasione per dimostrarci la sua gratitudine. Con lei, come con tanti dei nostri ragazzi pieni di entusiasmo, avevamo instaurato un rapporto tale che ti dà un grande piacere entrare in classe. Farah era uno di quei giovani che ti ricorda che noi non siamo solo educatori, da loro possiamo imparare». Moroni lo sottolinea più volte, «la notizia ci ha distrutti. Sicuramente la ricorderemo e staremo molto vicini alla famiglia ed al fratello anche lui nostro allievo».
Federica Agrimi, era la professoressa di francese di Farah, lingua che amava particolarmente; così come amava leggere ed informarsi su tutto. Era assetata di conoscenza e cultura. «Anche pochi giorni fa - ricorda la professoressa - con alcuni docenti ha partecipato, accompagnata dall’inseparabile cugina, ad una serata dedicata a Dante. Nonostante la sua timidezza, sempre con tanto garbo, amava partecipare a tutte le iniziative della scuola, come l’installazione della panchina rossa contro la violenza sulle donne. Grazie all’aiuto dell’associazione Anime ha potuto vivere e fare lo stage a Parigi dove con la cugina erano arrivate da sole. Farah tante ore della sua giornata le passava in biblioteca. Sarà impossibile dimenticarla».

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