Rimini, molestatore punito: super sorvegliato per 3 anni

Rimini

Non resiste all’impulso di spogliarsi davanti alle ragazzine e non c’è trattamento farmacologico, né psicologico che tenga. Sono venticinque anni che l’esibizionista più conosciuto della provincia di Rimini si mette nei guai, poi chiede scusa, a volte finisce in galera. Per mettere un freno alle sue scorribande il Tribunale di Bologna ha sottoposto l’uomo, un riminese di 57 anni, alla misura della sorveglianza speciale. Per i prossimi tre anni non potrà muoversi dal comune di residenza, non potrà uscire tra le otto di sera e le sette della mattina, non potrà guidare la macchina, e soprattutto dovrà stare alla larga da tutta una serie di luoghi frequentati da minorenni come scuole, luoghi di formazione fisica e culturale, parchi pubblici, impianti sportivi e ludoteche.

La proposta al giudice è stata formulata dal questore di Rimini sulla base della documentazione raccolta Divisione anticrimine. La sorveglianza speciale in genere si riserva ai mafiosi, ma la legge cita la possibilità che venga applicata anche ad altri soggetti socialmente pericolosi come quelli che con il loro comportamento «mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni». Mai a Rimini era toccata a un esibizionista: è uno dei primi casi in Italia.

«La misura di prevenzione - spiega una nota della questura - è adeguata e necessaria, proprio perché discende da una pericolosità specifica e tipizzata».

L’uomo non ha mai compiuto atti violenti, ma tra Cattolica, Riccione e Rimini ha imperversato con il suo esibizionismo seriale. Esordì nel 1997, sul lungomare: si spogliò dentro una cabina telefonica davanti a due minorenni sedute su una panchina. L’ultima volta risale al 2018: si era “toccato” davanti a una ragazzina di dieci anni, intenta a fare i compiti a un tavolino di un bar sulla spiaggia. «Ancora tu?» fu il commento del carabiniere di Riccione che lo arrestò. I suoi colleghi scoprirono che nei mesi precedenti si era reso responsabile di una sfilza di episodi in “fotocopia”: le mamme si erano organizzate per dargli la caccia. Per identificarlo sarebbe bastato scorrere le cronache del passato. Viene descritto sempre nello stesso atteggiamento: calzoni abbassati e un ghigno in faccia rivolto alle ragazzine davanti alle quali si esibiva. Dalla dodicenne alla fermata dell’autobus, a quella affacciata alla finestra, dalla quattordicenne fuori della gelateria, alle adolescenti nel cortile della scuola.

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