Rimini. Minaccia la ex con siringhe insanguinate

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Un inferno lastricato di botte e minacce di morte, ma anche di siringhe insanguinate usate per intimorire, pedinamenti, appostamenti sotto casa e danneggiamenti. Mesi e mesi di agonia per una donna piombata in questo incubo deflagrato dopo un commento sulla propria pagina social poco gradito dal compagno, con cui stava da ormai 20 anni, il quale prima l’ha cacciata di casa e poi ha fatto scattare una campagna persecutoria con l’intento di “riconquistarla”. Ma quello che ha ottenuto l’uomo, un 50enne di Rimini, è stata la disposizione degli arresti ai domiciliari firmata dal giudice per le indagini preliminari, Benedetta Vitolo, su richiesta del pubblico ministero, Luca Bertuzzi.

La scintilla e le botte

L’inizio di questo calvario parte la scorsa estate, quando un post pubblicato sulla pagina Facebook della donna fa esplodere l’ira e la gelosia del convivente. Scoppia un furibondo litigio, in cui la vittima viene colpita a più riprese (sarà poi curata al pronto soccorso) e sbattuta fuori casa. Prima però le minacce: «Ti ammazzo», e a seguire una lunga serie di insulti. E’ più che sufficiente per fare dire basta alla donna, dopo 20 anni di convivenza. Non sa però che per lei non è la fine ma solo l’inizio del dramma: il suo compagno, infatti, dopo essere tornato alla calma, nei giorni seguenti fa partire la strategia persecutoria per farla ritornare : inizia a cercare i parenti di lei dopo che la vittima aveva tagliato ogni tipo di contatto telefonico e via social. Non contento, il 50enni inizia ad appostarsi e a pedinarla: lei in una circostanza chiede aiuto a dei passanti, i quali la scortano per farla fuggire; in un altro caso, la donna riesce a mettersi in salvo raggiungendo il posto di lavoro dove però sviene dalla tensione alla fine dell’inseguimento.

Nella buca delle lettere aghi e sangue

Lui non desiste: dorme in auto, nel parcheggio antistante al palazzo di lei, per vedere chi frequenta e se c’erano altri uomini nella sua vita. A questo si aggiungono urla nella notte con insulti e campanelli suonati poi all’alba, conditi da altri episodi inquietanti: il 50enne, come atto intimidatorio, decide infatti di mettere delle siringhe usate e insanguinate nella buca della lettere della ex. Quest’ultima va in questura, denuncia tutto: per lui scatta un ammonimento del questore. Che però non lo ferma. Nei giorni seguenti lui continua con la stessa strategia persecutoria e nel mirino finisce anche l’auto che viene danneggiata e su cui lascia degli insulti e lungo la fiancata. Poi ancora pedinamenti, minacce e appostamenti. Ma anche altre siringhe insanguinate lasciate sempre nella buca della lettere. Le indagini della divisione anticrimine della questura, coordinate dal pm Luca Bertuzzi, nei giorni scorsi hanno quindi portato l’uomo, accusato di atti persecutori e difeso dall’avvocato Paola Zoli, agli arresti domiciliari. E alla fine, si spera, del lungo incubo per la donna.

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