Rimini. Minacce di morte, moglie allontanata da marito e figli

Rimini

Si gioca i soldi della ditta di famiglia alle slot, viene ripresa dal marito mentre - forse in preda alla droga - lo minaccia di morte impugnando un coltello e, infine, offende ripetutamente il coniuge anche davanti ai dipendenti e ai figli. La serie di comportamenti capaci di mettere a rischio l’incolumità dell’uomo e la serenità dei minori, ha portato all’emissione nei confronti della donna di un ordine di allontanamento familiare.
Su richiesta del sostituto procuratore Davide Ercolani, infatti, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha firmato un’ordinanza di misura cautelare personale dell’indagata, una 49enne residente in una località della provincia di Rimini. Sono stati i carabinieri di Riccione a notificare alla signora il provvedimento: non solo deve immediatamente lasciare l’abitazione familiare evitando di farvi ritorno senza l’autorizzazione del magistrato, ma dovrà anche confrontarsi con i servizi sociali per continuare a esercitare la potestà genitoriale nei confronti dei figli minorenni.
Secondo la querela presentata dal marito, lei da un paio d’anni non era più la stessa. Alla difficoltà di conciliare il lavoro casalingo che ricadeva per lo più su di lei e quello della ditta del marito, si è aggiunto del disagio personale, almeno stando alla versione del coniuge. Dopo avere notato pesanti ammanchi nella contabilità ha cominciato a sospettare della moglie per poi scoprire che quando si chiudeva in bagno portava con sé il computer e giocava i suoi soldi on-line.
La quarantanovenne, che avrà la possibilità a breve di spiegare come sono andati i fatti dal suo punto di vista, è accusata di maltrattamenti familiari: in generale, secondo quanto recita il capo di imputazione, avrebbe tenuto il marito e i figli «in uno stato di costante paura, soggezione psicologica a causa dei suoi comportamenti minacciosi e violenti». Insulti, frasi e intimidatorie pronunciate anche davanti ai suoi stessi ragazzi («Ti metto una pallottola in testa, ho comprato una pistola»). Più in là di sferrare qualche pugno al petto del coniuge non è mai andata (sebbene in una circostanza documentata con il telefonino una volta abbia anche impugnato un coltello). Così il giudice Cantarini ha ritenuto la misura dell’allontanamento sufficiente per mettere la donna di fronte alle proprie responsabilità, e forse ai propri problemi, e ottenere un effetto deterrente.

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