Rimini. "Mia figlia aggredita, tutti filmavano e nessun aiuto"

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«Mia figlia aggredita: tutti filmavano ma nessuno è intervenuto». A segnalare l’episodio avvenuto l’altro giorno, nel tardo pomeriggio, è la madre ancora sotto choc di una commessa ventenne che lavora in un negozio di abbigliamento che si trova all’interno del centro commerciale “Le Befane” di Rimini. Una vicenda surreale in cui a rimetterci, purtroppo, è stata la giovane.

La vicenda

«Guardare un’aggressione dallo schermo di un telefonino, ecco cosa ha fatto la gente», esordisce la madre della ragazza che ora deve fare i conti con una prognosi di 6 giorni. Erano le 18.30 di un venerdì come un altro, finché la giovane si accorge che «un ragazzo sta rubando degli articoli sportivi», racconta la signora. Questione di pochi secondi e lui vedendosi scoperto arraffa la mercanzia e si dà alla fuga, lei d’istinto lo insegue nel corridoio. Finché la dinamica dei fatti assume la piega peggiore. «Il giovane l’ha strattonata e sbattuta per terra mentre - prosegue la mamma della vittima - le tante persone presenti nel centro commerciale, invece di aiutarla, non sono intervenute e tanti filmavano la scena». Video che nessuno ha consegnato alle forze dell’ordine, né tantomeno a lei, accogliendo l’accorato appello lanciato sui social, tant’è che, prosegue, restano al vaglio degli inquirenti «solo quelli del sistema di videosorveglianza interno».

La stretta e la fuga

Intanto all’apice della tensione, il responsabile del furto, prima della fuga, «ha stretto con violenza» un braccio alla commessa che è riuscita a evitare il peggio perché, spiega la madre, «nonostante sia piuttosto minuta è dotata di una buona agilità, visto che pratica sport aerei». Un episodio che nessuno dovrebbe affrontare, chiosa, «soprattutto sul luogo di lavoro. Se invece di essere sola in negozio fossero state in due, probabilmente le cose – sottolinea - sarebbero andate in modo diverso».

Intervento dei militari dell’Arma

Intanto, continua ancora la signora, già ieri mattina «è seguita regolare denuncia in via della Repubblica presso la caserma dei carabinieri che erano intervenuti sul posto venerdì». Dai primi accertamenti risulterebbe che «il responsabile sia fuggito attraverso le uscite di emergenza». Ora a turbare la ragazza, conclude la mamma, «non è tanto il dolore al braccio quanto, una volta smaltita l’adrenalina, la paura di quello che poteva succedere».

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