Rimini. Mette in vendita il bar e scopre che è abusivo

La sorpresa l’ha avuta qualche giorno prima di aprire l’uovo di Pasqua ed è purtroppo di quelle brutte brutte: non al sapore di cioccolato, ma di… raggiro. Una situazione da film che rischia di costare migliaia e migliaia di euro a un riminese da qualche anno gestore di un bar cittadino, che il malcapitato ha scoperto nel momento in cui ha deciso di cambiare vita e che intende denunciare pubblicamente perché sia da monito a tutti coloro che vogliono intraprendere un’avventura commerciale. Oltre che portare all’attenzione dell’autorità giudiziaria dopo essersi già affidato a un avvocato. «Nel 2018 ho acquistato un’attività seguendo tutte le procedure di legge, ma oggi, all’atto di rimetterla in vendita, nel richiedere la documentazione necessaria sono invece venuto a scoprire che in pratica è tutto abusivo» spiega il 50enne, ricostruendo i vari tasselli della vicenda. «Per il passaggio della licenza e la stipula del contratto d’affitto dell’immobile abbiamo firmato tutte le carte davanti al notaio, compresa la dichiarazione del cessionario che non c’erano gravami o provvedimenti restrittivi su una licenza che aveva avuto diversi passaggi di mano né sull’immobile. Invece, dopo essermi rivolto a un’agenzia immobiliare per rimettere l’attività sul mercato, ho scoperto attraverso un accesso agli atti che all’edificio non era stata concessa la suddivisione in più subalterni e la destinazione d’uso commerciale: c’era stata una richiesta di condono nel 2004 che l’ufficio competente aveva rigettato nel 2011 e ne era seguito un ricorso al Tar decaduto per prescrizione nel 2017. Morale, il bar non è autorizzato all’attività commerciale e a questo punto l’Ufficio Condoni ha informato lo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) che non può che revocare la licenza» entra nel merito il riminese, a dir poco esterrefatto: «Certo che se lo scambio di informazioni fra gli uffici ci fosse stato al tempo non mi sarei trovato in questa situazione, anche se probabilmente il fatto che tutto fosse pendente per il ricorso al Tar ha lasciato le cose sospese». Il riminese si è ovviamente rivolto a un legale e sta studiando il da farsi per rientrare almeno in possesso dei soldi spesi attraverso un’azione di risarcimento danni: «Appena ho capito che qualcosa non andava ho approfondito le verifiche per evitare che a qualcun altro potesse capitare quello che è successo a me e ho detto all’agenzia immobiliare di togliere immediatamente l’annuncio sul bar. Non è bastato neanche seguire ogni procedura alla lettera per stare tranquilli e non voglio che altri si trovino nella mia condizione dopo aver fatto ciò che si deve, passaggio dal notaio compreso».

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