Rimini, maxi truffa sul superbonus 110: al via il processo

Truffa SuperBonus 110. Iniziati i processi a sei indagati per cui il sostituto procuratore Paolo Gengarelli che ha coordinato l’inchiesta degli investigatori del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza guidati dal tenente colonnello Roberto Russo ha disposto il giudizio immediato. Si tratta di coloro che la pubblica accusa ha individuato come le menti dell’organizzazione che ha cercato di ottenere indebitamente dallo Stato risarcimenti sulle ristrutturazioni di immobili (appunto il SuperBonus 110) per una cifra stimata in oltre 440 milioni di euro. Una truffa che ha rappresentato il primo tassello per la rimodulazione del sostegno studiato dal governo Conte bis per aiutare il comparto edilizio a risollevarsi dalla batosta avuta con la pandemia. Mentre il commercialista salentino Andrea Leonetti che per evitare la cattura si era rifugiato a Santo Domingo è già uscito di scena dopo aver patteggiato la pena, in sei hanno invece deciso di affrontare il giudizio del Tribunale collegiale presieduto dalla dottoressa Fiorella Casadei. Ieri pomeriggio per Nicola Girolamo Pasquale Bonfrate titolare del ristorante La Playa di Cesenatico (difeso dagli avvocati Francesco Maria Crociani e Gianluca Filippone), il commercialista rodigino Matteo Banin (avvocato Carlo Benini), Giuseppe Felice Guttadoro gestore dell’hotel Saxon di via Cirene a Rimini (avvocato Piero Venturi), Francesco Nappi da Salerno (avvocato Generoso Pagliarulo), Sabbatino Schiavino imprenditore di Santa Maria Capua Vetere assurto agli onori della cronaca anche per essere stato trovato con un trolley con 390mila euro in contanti (difeso di fiducia dall’avvocato Maria Rivieccio), Luca Fallarino da Peschiera Borromeo (Milano) c’è stata la prima udienza del processo che dopo le eccezioni procedurali è stato aggiornato al prossimo 17 gennaio. Tutti gli imputati sono chiamati a rispondere di associazione per delinquere ed a vario titolo di reimpiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il 20 dicembre, invece, sul banco degli imputati siederà il commercialista riminese Stefano Francioni titolare dell’omino studio di consulenza che con i suoi legali, gli avvocati Mattia Lancini e Andrea Guidi, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.

Il Gip: indagati «da ludopatiada reato»

«Ludopatia da reato per cui non si sarebbero riusciti a fermare». Così scriveva nell’ordinanza di custodia cautelare il Gip del tribunale di Rimini Manuel Bianchi. Affermazione difficilmente contestabile. I principali attori della maxi truffa, infatti, non sono stati in grado di fermare la truffa neanche davanti ai 440 milioni di euro su cui erano riusciti a mettere le mani grazie alle false e plurime cessioni di crediti fittizi vantati con il Fisco. Una novantina. È questo il numero finale degli indagati nell’inchiesta Free credit.

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