Rimini. Massacrato di botte davanti a un bar. "Chi ha visto parli"

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È stato massacrato di botte sotto gli occhi dei clienti di un locale, ma quando è stato il momento di raccontare l’accaduto alle forze dell’ordine nessuno si è fatto avanti. A distanza di tre mesi da quel pestaggio il ferito non è ancora guarito, ma quello che gli fa più male è l’indifferenza della gente. L’omertà che non ti aspetti in una città come Rimini. Ecco allora l’appello di Marius Crismaru, trentacinquenne di origine romena perché qualcuno si faccia avanti per dare una mano a individuare gli aggressori. Gente mai vista prima che lo ha preso a botte solo perché lui, forse, li aveva urtati per sbaglio un attimo prima. «Mi rivolgo a quanti possano riferire elementi utili all’identificazione delle persone che il 2 maggio scorso, verso le 17.30/18.00 e mi hanno picchiato davanti al pub “La Brezza”, in piazzetta San Martino, a Rimini».

Marius ricorda pochissimo, ma sa che c’erano «numerosi avventori, alcuni dei quali so per certo essere frequentatori abituali, i titolari del locale che servivano anche ai tavoli, persone tutte che inspiegabilmente alle domande dei carabinieri, non sono stati in grado di fornire informazioni utili. Immagino e capisco la volontà della gente di non rimanere coinvolta in una vicenda che non la riguarda personalmente: io stesso ho il timore di passeggiare per strada con la mia famiglia e di incrociare il mio/i miei aggressore/i, senza riconoscerlo/i». Gli hanno spaccato la testa: “Politrauma cranio-facciale, con frattura della teca cranica parietale sinistre, fratture multiple del maxillofacciale orbita sinistra, otorragia sub lussazione rotativa e focolaio lacero contusivo celebrale”. «Mi sono deciso a rivolgermi al senso civico delle persone che in qualche modo hanno assistito alla mia aggressione facendo ricorso alla stampa, poiché nessuna delle persone sin qui sentite dai carabinieri pare aver visto nulla». Informazioni possono emergere anche senza esporsi troppo. «Non abbiate paura: il nominativo di chi dovesse farsi avanti non sarà reso pubblico. Deve solo prendere contatti con i carabinieri di via Destra del Porto per aiutarli a trovare gli autori dell’ingiustificato e brutale pestaggio. Ringrazio sin d’ora chi vorrà aiutarmi a ottenere giustizia».

«Il mio assistito è ancora fortemente provato da quanto accaduto, è alla ricerca spasmodica della verità e dei responsabili dalla sua aggressione. Le conseguenze, specie quelle fisiche, sono ancora oggi tangibili. Il ragazzo, un onesto lavoratore in passato impiegato presso un noto autolavaggio sulla via Marecchiese, non è più lo stesso. È stato dimesso dall’ospedale dopo sette giorni, ma è ancora convalescente e la prognosi non è chiusa. Confido che questo pubblico appello possa smuovere la coscienza di coloro che hanno visto e che sino ad oggi non hanno inteso parlare».

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