Rimini, massacra di botte il ciclista: "Mi aveva madato a quel paese"

La vittima, un ciclista amatoriale residente a San Marino, lo ha messo nero su bianco nella denuncia presentata ai carabinieri: «Io quell’uomo non l’ho mandato a quel paese, anzi siccome mi sono accorto di essere in difetto, ho alzato la mano per chiedergli scusa». Diametralmente opposta la versione data dal suo aggressore 51enne, la cui reazione in nessun modo può essere giustificabile, finito a processo per lesioni personali e minacce aggravate: ha infatti picchiato con il manico di una zappa chi, a suo dire, con un gesto eloquente lo ha mandato a quel paese.

La storia

Tutto inizia alle 18.30 del 10 settembre di un anno fa. La vittima, stava pedalando insieme ad un amico lungo una strada del riminese. La coppia avanzava procedendo affiancata, situazione che si ripete con costante frequenza creando quasi sempre “attrito” tra ciclisti e conducenti di veicoli a motore a quattro o più ruote. Esattamente come è avvenuto quella sera. A lanciare insulti e anatemi vari, verbalizzerà il ciclista, è stato il passeggero dell’auto azzurra che li aveva affiancati e superati durante l’attraversamento di un centro abitato. Quali parole gli avesse rivolto l’uomo al volante, il ciclista non le ricordava bene «ma resomi conto di essere in torto ho alzato la mano in segno di scuse». “Incidente” chiuso? Assolutamente no. Una decina di minuti dopo, infatti, i due ciclisti che stavano proseguendo nella loro pedalata, all’altezza di un bar, vedevano l’uomo con cui la vittima aveva avuto lo screzio, uscire da un’abitazione impugnando un bastone, il manico della zappa, che con fare minaccioso si piazzava in mezzo alla strada rivolto verso di loro.

L’aggressione

Una volta arrivati a non più di 5 metri dallo “zappatore”, visto che non manifestava nessuna intenzione di spostarsi «ci siamo fermati – ha raccontato ancora il ciclista – ma lui ci ha raggiunto e senza pensarci un attino ha iniziato a colpirmi con il bastone ripetutamente in testa». Per proteggersi il ciclista ha alzato il braccio sinistro, non è però riuscito a fermare la furia dell’aggressore: «La prossima volta – urlava “te il dito non me lo fai!! Io ti ammazzo. La prossima volta ci sarò io al volante”. Minacce che il secondo ciclista ha cercato di sovrastare urlando a sua volta di lasciare stare l’amico. È stato allora che la vittima con un guizzo, nonostante il dolore al braccio, è riuscito a strappare il bastone delle mani del suo aggressore. Arma che gli restituirà dopo la promessa che non l’avrebbe più colpito. Recuperato il bastone, effettivamente, il picchiatore subito identificato da un avventore del bar se ne è andato. Al ciclista ferito, invece, portato in ospedale in ambulanza, sarà diagnosticata la frattura scomposta ulnare al III° medio, una ferita lacero contusa al sopracciglio sinistro e altre lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Il giorno dopo aveva presentato la denuncia che lo ha portato all’apertura del processo questa settimana. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Stefano Caroli.

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