Rimini. Lite tra occultisti degenera e finisce in tribunale

Sulle pagine dei rispettivi siti si definiscono uno psicologo e l’altro ricercatore, consulente, sciamano. Per quale motivo le loro congiunzioni astrali siano entrate in collisione ed abbiano scatenato l’ira del primo nei confronti del secondo è un mistero che il prossimo aprile sarà chiamato a chiarire il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Rimini Manuel Bianchi. La Procura della Repubblica ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dello psicologo accusato di atti persecutori, calunnia e diffamazione aggravata. Nel suo mirino, oltre al “rivale” come lui esperto di occultismo, sono finiti anche la moglie ed il figlio, bersagliati da accuse e insinuazioni ritenute assolutamente infondate dagli uffici al terzo piano del palazzo di giustizia ma che nella famiglia hanno generato un forte stato di apprensione, nonostante il rivale risieda stabilmente a molte centinaia di chilometri di distanza dalla loro casa in provincia di Rimini.

Una storia lunga 3 anni

La loro contesa è iniziata - secondo la ricostruzione fornita con la documentazione allegata alla denuncia - è iniziata nel 2018 quando lo psicologo sulla propria pagina Facebook, ha postato un certificato medico risultato falso, in cui si affermava che lo sciamano era in cura in diversi centri di salute mentale della regione ed esercitava abusivamente la professione medica e in psicologia nonostante non avesse nessuna laurea. Ma non era la sola “accusa”. Sempre sulla stessa pagina Fb sosteneva che nell’attività di stalkeraggio nei suoi confronti era aiutato dalla moglie e dal figlio che asseriva essere stato condannato per rapina e narcotraffico.

Dopo questa bordata ad alzo zero datata novembre 2018, per oltre un anno non è successo più nulla. È appena passato il Natale 2019, invece, quando al ricercatore, consulente, sciamano arriva sul cellulare un messaggio WhatsApp con cui lo psicologo, di molti anni più giovane di lui, gli intimava di chiarire la loro posizione prima di vedersi costretto «a farti seriamente male», minaccia riproposta in termini simili poche settimane dopo. La situazione sembrava essersi normalizzata quando ad agosto lo psicologo si rifà vivo ed accusa il rivale di aver messo una talpa nel suo ufficio che giura di uccidere quando scoprirà chi è». Quel mese sarà uno dei più prolifici di minacce, accuse infondate e affermazioni diffamatorie con cui riempie un blog creato ad hoc che tutt’ora continua a vivere incurante delle ulteriori conseguenze penali cui andrà incontro.

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