Aumentano i riminesi che trovano un impiego. Calano i disoccupati. Ma il reddito delle famiglie rimane sempre lo stesso, se non più basso della media regionale e italiana. È la fotografia dei dati previsionali 2023 elaborati dal sistema camerale dell’Emilia Romagna su analisi Prometeia.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, infatti, la provincia di Rimini, nel 2023, avrà tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 70,1% e 65,7%) migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 66,5% e 61,3%), ma peggiori dello scenario regionale (73,5% e 70,2%). Sulla stessa lunghezza d’onda la situazione del tasso di disoccupazione (6,3%), leggermente più basso di quello 2022 (6,5%), ma decisamente più alto se confrontato con quello dell’Emilia-Romagna (4,4%); meglio, invece, rispetto all’Italia (disoccupazione al 7,9% rispetto al luglio del 2022). La produttività per addetto (61.400 euro), sempre come stima per il 2023, dovrebbe essere più bassa dei territori di riferimento (73.400 euro in Emilia Romagna, 68.300 euro in Italia). Dovrebbe rallentare l’aumento del reddito delle famiglie (+5%, rispetto al precedente +5,1%), con un trend quasi in linea con quello regionale (+5,2%) e nazionale (+5,1%). Ma il valore aggiunto per abitante, pari a 26.400 euro, anche se leggermente più alto della precedente previsione di aprile, è stimato più basso sia di quello dell’Emilia Romagna (33.400 euro) che di quello dell’Italia (27.200 euro). Bene comunque l’export, previsto in crescita (+2,7%), con una variazione più ottimistica rispetto a quella stimata in precedenza (+1,8%), e in misura marcatamente superiore sia al dato regionale (0%) e sia a quello nazionale (+0,3%): in tale contesto, il 2022 si dovrebbe chiudere con un +4,4%.
Insomma, i dati previsionali per il 2023 per la provincia di Rimini rilevano un incremento del valore aggiunto pari all’1,1% (in termini reali, a prezzi costanti anno 2015), migliore del modesto aumento previsto lo scorso aprile (+0,7%), in linea con il dato regionale (+1,2%) e nazionale (+1,2%); la variazione 2023 risulta essere comunque nettamente inferiore a quella stimata per il 2022 (+4,7%) come accade del resto in tutti i livelli territoriali. Mentre a livello settoriale migliora la stima della crescita della ricchezza prodotta nelle costruzioni (+4,7%) e nei servizi (+1,8%), peggiora invece la stima delle variazioni nel manifatturiero (-3,8%) e nell’agricoltura (-4,6%), che risultano di segno negativo.