Rimini, l’associazione ambientalista: «Votiamo chi firma il patto per lo stop alla plastica»

Rimini

RIMINI. Un appello a tutela dell’ambiente rivolto a tutti i candidati alle elezioni regionali: «Sottoscrivete il nostro documento programmatico e vi sosterremo». E’ l’iniziativa lanciata dall’associazione ambientalista “Basta plastica in mare”, che ieri mattina si è stretta in un abbraccio simbolico intorno al ponte di Tiberio. Tra i punti elencati, infatti, c’è anche quello della pedonalizzazione permanente della bimillenaria infrastruttura che collega il borgo San Giuliano con il centro di Rimini, e insieme la proposta di una navetta circolare elettrica e gratuita.

Quella lanciata ieri dall’associazione Basta plastica in mare è un’azione che la presidente Manuela Fabbri definisce «ispirata all’operato degli “ambientalisti di una volta”». «In pratica - spiega Fabbri - chiediamo a tutti i candidati di tutte le liste di mettere per iscritto la volontà di aderire agli intenti espressi in questo documento, per poi metterli in pratica qualora dovessero essere eletti». La sottoscrizione, infatti, resterà aperta fino a sabato, il giorno prima delle elezioni. «Alla tornata elettorale sosterremo chi sottoscriverà il nostro documento» dichiarano da Basta plastica in mare, che nelle sue sue linee programmatiche ha indicato tre punti. Il primo è quello relativo alla pedonalizzazione del ponte di Tiberio.

«Chiediamo alla Regione di investire di più su mobilità sostenibile e abbattimento di Co2 e pm10, disincentivando il traffico automobilistico all’interno delle città. Per questo - chiariscono - chiediamo la chiusura al traffico del ponte e proponiamo l’istituzione di una navetta elettrica circolare gratuita che colleghi il borgo con l’arco d’Augusto, aggirando il decumano». Il secondo punto, invece, oltre a prevedere l’abbandono della plastica monouso nelle scuole e negli uffici, è il ripristino «di “battelli” apposti che raccolgano la plastica nel mare e nei porti, i cosiddetti “Pellicano”, e incentivare la ricerca di tecniche per l’acquacoltura alternative alle “calze” e le reti plastica». In ultimo, Basta plastica in mare indica la necessità di predisporre «bandi europei o regionali per il finanziamento di start up ideatrici di tecniche innovative per il recupero di materiali plastici riciclabili e per la prevenzione della loro dispersione in mare».

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