Rimini, lascia moglie e figlia in hotel e spaccia droga in pantofole sulla strada

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In pantofole vendeva droga lungo il marciapiede. A pochi metri dall’hotel dove aveva appena lasciato in stanza la moglie e la figlia di otto mesi. Uno spacciatore 30enne, tutto “casa e bottega”, è stato arrestato grazie a un intervento della polizia, durante un servizio di pattugliamento sul lungomare, a Rimini sud. E’ successo giovedì, attorno alle 20.20, quando gli agenti sulla volante stavano passando in viale Regina Margherita e arrivati all’angolo con viale Faenza hanno notato un gruppetto di tre persone, sotto la pioggia, che stavano parlando tra di loro. Un’immagine che ha insospettito le forze dell’ordine, anche perché erano arrivate diverse segnalazioni di spaccio dalla zona negli ultimi tempi. Motivo per cui i poliziotti hanno fatto inversione di marcia e si sono diretti verso il gruppo. Che però si è accorto dell’arrivo delle divise: il 30enne, di origine tunisine, ha fatto uno scatto e ha buttato alcuni involucri contenenti hashish - già confezionati e pronti alla vendita - sotto un’automobile che era parcheggiata a poca distanza.

Telefonate e messaggi

Da una successiva perquisizione sono poi spuntate numerose banconote di piccolo taglio. Durante gli accertamenti, il telefono dell’uomo - con regolare permesso di soggiorno e senza alcun precedente penale alle spalle - continuava a squillare tra telefonate in arrivo e messaggi in cui gli acquirenti davano appuntamento e indicavano le quantità di sostanza stupefacente di cui avevano bisogno.

I controlli fatti nell’hotel

Poco dopo gli agenti, grazie anche all’intervento di una seconda pattuglia, hanno fatto scattare una ulteriore perquisizioni all’interno della stanza dell’albergo dove il 30enne era alloggiato. Una struttura a pochi metri da dove l’uomo stava spacciando, giù sul marciapiede. Una volta dentro la camera, la polizia ha trovato la famiglia del tunisino immersa nel caos totale: moglie e figlia di appena otto mesi in mezzo a un accatastamento di vestiti e cibo mal conservato. Arrestato quindi in flagranza di reato, il 30enne - comparso ieri davanti al giudice, che ha convalidato il fermo del pubblico ministero Davide Ercolani - ha patteggiato una pena di dodici mesi.

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