Rimini, lascia tutto alla badante, eredità contesa "Testamento falso"

Rimini

RIMINI. «Ci sono tratti che lasciano presumere che il testamento non sia stato scritto di suo pugno dall’uomo, ma da qualcun altro: stando al alcune espressioni utilizzate si può dedurre che potrebbe essere stata una persona di madre lingua dell’Est Europa».

I consulenti, grafologi, della parte civile hanno deposto ieri in aula con l’obiettivo di contribuire a dirimere la disputa legale che vede contrapposte una sessantottenne cittadina russa, residente a Rimini, e la figlia 50enne di un pensionato riminese, morto a 81 anni nel 2012 dopo aver lasciato la parte più consistente dei suoi beni alla badante.

Lui, vedovo, aveva vissuto per qualche tempo da solo, con il saltuario conforto della figlia, poi ad aiutarlo a superare gli acciacchi e la tristezza che rischiava di trasformarsi in depressione, gli era stata affiancata una badante.

Col trascorrere del tempo, da semplice cuoca e infermiera, la badante era diventata confidente, una spalla su cui trovare consolazione, fino a trasformarsi in un riferimento affettivo, tanto che alla fine si era sposato in seconde nozze con lei.

All’apertura del testamento olografo, davanti al notaio, la figlia non credette che l’uomo potesse aver reso la straniera beneficiaria principale del suo consistente patrimonio.

Cominciò così, assistita dall’avvocato Piero Venturi e dal dottor Luca Signorini, una battaglia legale, della quale soltanto adesso si comincia a intravedere la fine (l’ultima udienza è fissata a giugno). I dubbi espressi in aula dai consulenti della parte civile (la dottoressa Annarosa Vannoni, grafologa chiamata di recente a occuparsi tra l’altro di verificare l’autenticità di alcuni scritti di Luigi Pirandello) sono gli stessi che dopo una doppia richiesta di archiviazione della procura hanno portato all’imputazione coatta disposta dal Gip del tribunale di Rimini. Più che la firma del pensionato, sotto la lente è finita la parte scritta con il lascito alla sposa-badante. L’imputata, che è difesa dall’avvocato Massimo Succi, si professa innocente.

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