Rimini, l'aeroporto "chiama" nuovi partner dal territorio

Rimini

Scenari futuri, nuovi partner, coinvolgimento del territorio. Leonardo Corbucci, amministratore delegato Airiminum 2014, delinea le nuove strategie per l’aeroporto Federico Fellini di Rimini.
La scorsa settimana avete presentato la stagione estiva. Voli nuovi e soprattutto interesse da parte delle istituzioni. I presupposti giusti per un nuovo salto di qualità per l’aeroporto?


«Finalmente il Fellini è tornato al centro del dibattito politico ed economico del territorio. La Regione, con Bonaccini e Corsini, si è dichiarata pronta ad affiancare il gestore nei piani di sviluppo e promuovere nuove rotte con bandi pubblici. Gnassi ha attribuito al Fellini il ruolo di porta principale della Romagna per accedere al mondo e lo stesso ha fatto il segretario al turismo Michelotti per la Repubblica di San Marino. L’associazione degli imprenditori di San Marino richiede un maggiore coinvolgimento e le organizzazioni sindacali un’attenzione ai livelli occupazionali. Il sindaco di Riccione Tosi ha auspicato maggiori investimenti e nuovi voli affinché l’aeroporto possa tornare a essere volano per l’economia indicando anche alcuni fondi già disponibili da utilizzare per il rilancio dell’aeroporto e dell’economia della Romagna».
Cosa rappresenta ad oggi l’aeroporto per il territorio?
«L’aeroporto, con circa 400 mila passeggeri, è già oggi un importante fattore economico del territorio considerando che per ogni milione di passeggeri si creano 4 mila posti di lavoro e che l’84% del traffico è costituito da turisti che generano indotto e tasse di soggiorno per circa 700 mila presenze turistiche.
L’aeroporto è di nuovo una realtà solida dal punto di vista patrimoniale, con zero debiti verso le banche, con una marginalità record, con quasi 100 dipendenti, collegato a 17 destinazioni con voli regolari di linea, che si appresta a registrare nel 2019 il più alto tasso di crescita del panorama aeroportuale italiano e, mi consenta di aggiungere, che soddisfa pienamente le aspettative degli azionisti.
Questo è il frutto dell’azione condotta fin qui da AIRiminum che ha saputo raccogliere la sfida di rilanciare l’aeroporto quando non molti ci credevano».
Sì, ma ora occorre un ulteriore salto di qualità. Cosa serve?
«Ora siamo alla ricerca di Partner che vogliano affiancarci per vincere una sfida più ambiziosa, quella di accrescere la competitività economica del territorio e la sua attrattività tramite maggiori connessioni con voli di linea tutto l’anno.
Se il turismo rappresenta il “petrolio della Romagna”, come sottolineato dal Presidente Bonaccini, nei prossimi anni bisogna incrementare la capacità di erogazione dell’aeroporto e presentarsi nei mercati in cui si acquista il petrolio pregiato con budget adeguati.
La Regione più volte si è dichiarata pronta ad affiancarci negli investimenti infrastrutturali per rafforzare la capacità di un’infrastruttura pubblica del territorio, come già fatto a Bologna e a Parma. Siamo organizzando con Enac un incontro con la Regione, insieme agli altri stakeholder principali del territorio, per il 16 maggio o comunque entro la seconda metà di maggio per presentare ufficialmente il Master Plan. So che già c’è stato un contatto coi tecnici. E’ quello il momento per condividere con la Regione le modalità di intervento e fissare le previsioni di spesa in bilancio.
Per essere commercialmente competitivi al pari di aeroporti di altri territori concorrenti, invece, i 2 milioni di euro investiti da noi nel 2019 per l’acquisto dei voli non sono sufficienti per vincere quella sfida ambiziosa di cui si discuteva sopra».
Qualche esempio?
«Lufthansa da Monaco e Ryanair da Londra volano su Rimini rispettivamente con 1 e 2 voli settimanali nel solo periodo estivo, per un totale di 80 voli. Le stesse compagnie ad Ancona, potendo contare su budget maggiori, volano tutto l’anno con 7 voli settimanali da Londra e 14 voli settimanali da Monaco durante l’inverno che diventano 21 nei mesi estivi, per un totale di circa 1000 voli. Dal punto di vista industriale anche la piazza di Rimini e della Romagna potrebbero permettersi gli stessi voli, dal punto di vista finanziario invece lasciando da sola AIRiminum quell’operazione non è sostenibile».
A chi si rivolge quindi?
«A coloro interessati allo sviluppo economico e turistico della Romagna. Se osserviamo cosa accade a Pescara, Perugia, Trieste e Genova in quelle piazze il territorio supporta lo sviluppo dei voli con budget annui di 2,5-3 milioni di euro. Caso particolare è Comiso per il quale è stato fatto un bando di 7 milioni, di cui 1,6 milioni di euro solo della Provincia di Ragusa. Qui si potrebbe almeno far affidamento, nel rispetto delle norme, dei circa 1,1 milioni di euro che annualmente venivano destinati come “contributi sviluppo network” alla precedente gestione, all’epoca anche dalla Provincia di Rimini che oggi sembrerebbe avere altre strategie in proposito.
Le risposte di APT e della Regione con i bandi per i tour operator russi e il bando di promo-commercializzazione per le compagnie aeree di 250 mila euro per tre anni annunciato per giugno vanno viste con grande favore in questo senso, sono importanti primi passi, ma non possono essere quelli definitivi. Per essere competitivi il budget deve essere maggiore e eventualmente coinvolgere più soggetti, anche privati.
Non spetta a noi stabilirne l’entità e individuare le fonti, questo dipende dalle ambizioni e dagli obiettivi del territorio. Noi oggi ci limitiamo a lanciare qui una proposta per la ricerca di Partner che vogliano partecipare ad una sfida più ambiziosa di quella da noi già vinta. Una sfida che richiede però una più stretta integrazione aeroporto-territorio e una maggiore dotazione di fondi, pubblici e privati».

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