Rimini, la preside: "Prof non vaccinati? Un errore farli rientrare"

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«Questa narrazione non mi piace. Parlare di insegnanti no vax demansionati e discriminati non solo non è vero, ma è una vera e propria invenzione». Sabina Fortunati, preside dell’Istituto tecnico Belluzzi-Da Vinci, non usa mezze parole. E replica duramente ad un racconto che sta crescendo intorno a quei docenti non vaccinati che il decreto Riaperture, varato dal governo con la fine dello stato d’emergenza, ha reintegrato a scuola (per loro era scattata la sospensione), previo tampone negativo ogni due giorni.

Senso di comunità

Insegnanti ai quali, però, la norma impone vincoli imprescindibili: restare lontano dagli studenti, non entrare in classe, non insegnare. Commenta la Fortunati: «Questo è un argomento spinoso. Ci troviamo davanti ad una situazione in cui chi ha rispettato la legge e si è vaccinato non vede difeso il riguardo che ha avuto nei confronti dell’intera comunità. Al contrario di chi ha trasgredito quella norma, che, invece, si è visto riconoscere il suo diritto di singolo contro, appunto, il diritto della comunità. E questo non è assolutamente giusto».

La dirigente scolastica non parla solo per sé, ma si fa anche portavoce di quello che sembra essere il sentimento prevalente nel corpo docente del Belluzzi-Da Vinci, composto da 170 docenti. «La maggior parte dei professori è scontenta della decisione presa dal governo – spiega la preside – e avrebbe preferito, e io mi allineo a questo pensiero, che la disposizione iniziale non venisse modificata o, come in questo caso, addirittura stravolta. E cioè che come nel settore della Sanità, anche in quello della Pubblica istruzione restassero in vigore le norme già emanate». Secondo la Fortunati, in sostanza, per i docenti no vax la sospensione dal lavoro sarebbe dovuta durare fino al 15 giugno. Nessun reintegro, dunque. «Nel mio istituto ho già adottato per loro l’incarico previsto per il personale inidoneo a svolgere un determinato lavoro a contatto col pubblico, nel loro caso quello di insegnare – sottolinea ancora la Fortunati -. E sono stati configurati a supporto della vice presidenza, con tanto di affiancamento. Faccio notare che è un incarico che solitamente viene affidato a insegnanti di lunga esperienza, con conoscenze acquisite sul campo, e che, tra l’altro, prevede anche un extra-bonus in busta paga. Vi sembra un demansionamento questo?».

Minoranze e maggioranze

Insomma, alla fine è come se a spuntarla fosse stata una minoranza che ha deciso di imporsi sulla maggioranza. «E’ proprio quello che proviamo tutti – chiosa la dirigente scolastica dell’istituto tecnico Belluzzi-Da Vinci -, quell’amaro in bocca che ti viene quando davanti a te ti ritrovi quelle persone che hanno deciso di fare come volevano e che alla fine l’hanno vinta loro. Non mi piace, non lo sopporto, ma sono costretta a prenderne atto».

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