Rimini, la Prefettura le vende la Mercedes nonostante il ricorso

«La copia cartacea non possiamo consegnarla, perché la vettura è già stata venduta come disposto dalla Prefettura». Non voleva credere alla proprie orecchie ieri mattina l’avvocato Marco Bosco che con il collega Thomas Coppola assiste una signora di nazionalità albanese, residente a Torino, cui la polizia stradale di Rimini ha sequestrato lo scorso 14 maggio la Mercedes C220 a lei intestata.

Non voleva credere alle proprie orecchie perché a richiedere il documento di circolazione, motivo della telefonata alla Polstrada, era stato direttamente il giudice Pierluigi Messina chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dal legale. L’avvocato è entrato in scena il 15 maggio quando i figli della signora, entrambi residenti a Rimini, gli hanno dato mandato per riavere le chiavi dell’auto. E questo perché, hanno spiegato, al volante non sedeva la madre e neppure uno di loro due ma un amico, anche lui di nazionalità albanese, cui avevano imprestato la Mercedes. Fermato per un controllo dalla polizia stradale, la pattuglia si era fatta consegnare le chiavi e chiamato il carro attrezzi, perché ritenuta falsa-contraffatta, la patente esibita dal conducente. Dove stava l’anomalia? Stava nel fatto che il sequestro si sarebbe potuto fare se dietro al volante fosse seduta la legittima proprietaria. Ma non era stata l’unica “anomalia”. Nel provvedimento di sequestro, infatti, non era stato scritto il nome della proprietaria. Proprio per questo motivo, ieri mattina, il giudice Messina ha chiesto di poter avere la copia del libretto di circolazione. Così i due figli, lasciato il tribunale, hanno raggiunto la sede della Polizia stradale per richiederla. Quando come risposta hanno avuto quella che potevano riceverla solo con una mail di posta certificata, hanno chiamato l’avvocato Marco Bosco, che, come detto, è trasecolato ricevuta la risposto: «La macchina non è più in deposito, perché la Prefettura ne ha disposto la vendita». Un atto inusuale anche perché dal Tribunale dovrebbe aver comunicato all’ufficio competente del Palazzo del Governo in via IV Novembre, del ricorso pendente davanti al giudice Messina. Giudice, che informato dello sviluppo della vicenda, ha aggiornato l’udienza, per andare in fondo al caso, per mercoledì prossimo.

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