Rimini. La picchia anche mentre è incinta: arrestato

Tredici anni. Scanditi da insulti, minacce, botte, anche quando era incinta. È la storia dell’ennesima donna che per dare una famiglia stabile al figlio, nonostante i segni evidenti sul corpo e nell’anima, ha cercato di tenere testa ad un compagno, tossicodipendente ammorbato da una gelosia folle. Che però adesso, per un po’, non potrà più nuocerle. Con un provvedimento firmato a tempo di record dal Gip Manuel Bianchi su richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani, il bruto che ha 37 anni, giovedì scorso è stato arrestato dal personale della speciale sezione della Squadra mobile della Questura di Rimini, e rinchiuso ai Casetti. I reati contestati sono maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali.

Questa ennesima penosa storia è stata scoperta per caso lo scorso 25 agosto quando personale della Questura di Rimini era accorso in via della Fiera chiamato da una cittadina che aveva visto una giovane donna aggredita. I poliziotti identificavano la vittima che spiegava di essere stata presa ripetutamente a schiaffi per motivi legati alla gelosia. La donna proseguiva il suo racconto riferendo che da maggio, dopo le ripetute aggressioni, aveva deciso di tornare a vivere con il figlio dai genitori. Spiegava anche di non aver mai sporto denuncia, proprio per timore di conseguenze ulteriori e per garantire una certa serenità familiare. Riferiva però di essere stata appena vittima da sempre di minacce di morte «vengo dove lavori, faccio un casino e ti faccio licenziare, do fuoco a casa non ti lascerò mai in pace» e di offese che subivano un’escalation specialmente nell'ultimo periodo. Anche quel giorno però aveva deciso di non denunciarlo. Volontà di sorvolare ripetuta anche il 17 settembre quando era stata contattata dalla Squadra mobile per un aggiornamento sulla situazione. Denuncia che farà il 13 novembre ai Carabinieri. La sera precedente mentre si trovava in casa stesa sul letto, l'indagato le era saltato addosso, le aveva bloccato il corpo e l’aveva colpiva ripetutamente al volto e alla testa. Non contento le aveva girato il braccio destro dietro la schiena e aveva continuato a colpirla provocando il gonfiore della mano sinistra. L’aggressione era finita alle 19,30 quando un carabiniere, suo vicino di casa, richiamato dalle urla, aveva chiesto l’intervento di una pattuglia. Nel corso della denuncia ricostruiva così il suo dramma e rivelava una delle situazioni più dure vissute, quando per le botte prese in testa mentre era incinta era scappata a vivere per un paio di mesi dai genitori. Il tempo di inoltrare il fascicolo al Pm Ercolani, eseguire i dovuti riscontri, e per l’uomo si sono spalancate le porte del carcere.

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