Rimini, la pesca riparte: "Ma noi siamo già sul lastrico"
«La pesca riparte ma siamo tutti sul lastrico». A segnalare il dramma dei pescatori riminesi è Massimo Pesaresi, direttore della Cooperativa lavoratori del mare. I pescherecci torneranno a solcare l’Alto Adriatico l’11 settembre dopo il fermo iniziato il 28 luglio. Un blocco delle attività che ha coinciso con un momento difficile, avvelenato dai rincari del gasolio e una ripartenza che trascina con sé nuovi interrogativi. «Se non scenderà il prezzo del carburante, metà della flotta, cioè 45 imbarcazioni su 90, getteranno la spugna entro gennaio», non la manda a dire Pesaresi riconoscendo che «ci sarà molto pescato, come triglie, canocchie e sogliole, ma per la forte richiesta i prezzi s’impenneranno nella prima settimana per crollare poi dal 19 settembre». Nel dettaglio prevede «un 20% in più sullo scontrino con le sogliole che schizzeranno da circa 15 euro al chilo a 20, le canocchie da 10 a 12-14, mentre resterà più democratico il prezzo per le triglie che viaggeranno sui 4-5 euro».
Stritolati dalle spese
Sono tante le voci determinanti nelle uscite, allarga le braccia, «ma è il gasolio che ci sta uccidendo: l’anno scorso costava 50 centesimo al litro ed ora 1.20». L’unico colpo di fortuna è che Rimini ha bandito le casse di polistirolo, un materiale che negli ultimi quattro mesi è raddoppiato sfiorando l’euro. Ma è un sospiro di sollievo a metà, lamenta, perché «i contenitori di plastica sono passati da 2.80 a 5 euro e a raddoppiare è persino il costo delle retine per molluschi».Ma non basta. Pesaresi avverte che «anche le attrezzature e le reti per la pesca sono aumentate di un 30-40%, mentre il carico da 10 lo mette il conto dell’elettricità per i tanti frigoriferi e le macchine del ghiaccio a bordo». Dati alla mano, se la bolletta mensile nel 2021 «s’aggirava sui 3mila euro, ora è salita a 7.200 considerando solo luglio. Un percorso a ostacoli, dunque, che fa navigare in perdita del 50%. E Pesaresi va dritto al punto: «Siamo sul lastrico, in una giornata di pesca incassiamo sui 2-2500 mila euro ma ne spendiamo 2mila in gasolio. La conseguenza? Almeno metà della flotta si fermerà entro gennaio». Un peccato per le tavole dei riminesi che, ricorda, consumano «circa 10 chili di pesce al mese a famiglia». Una consuetudine che a suo avviso non reggerà. «È tutta una ruota, se non calano utenze e carburante, anche i clienti acquisteranno sempre meno», allarga le braccia.