Rimini. La 15enne stuprata in spiaggia conferma le accuse

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Più che il tribunale dei Minori di Bologna sembrava una curva dello stadio Dall’Ara, l’aula dove ieri mattina si sono assiepati, oltre agli avvocati, genitori, parenti fino al terzo grado, dei cinque minorenni accusati d’aver violentato, sulla spiaggia a due passi dalla ruota panoramica, la sera dello scorso 5 giugno, un’amica 15enne. Ragazzina che sulla sabbia c’era andata spontaneamente per cercare un po’ di intimità con uno solo degli indagati, quando all’improvviso si era trovata addosso anche gli altri quattro “amici”.

Il procedimento

Ieri era in programma l’incidente probatorio in cui la presunta vittima era chiamata a confermare le pesantissime accuse, rispondendo in una stanza al piano superiore dov’era affiancata dall’avvocato Monica Cappellini e da una psicologa, sia alle domande del pubblico ministero che a quelle degli avvocati difensori: Gianluca Brugioni, Giuliano Renzi, Giovanni Collura, Matteo Zucconi. La forma dell’audizione protetta, ha impedito che presunta vittima e presunti carnefici venissero a contatto. Tutte le domande, comprese quelle dei legali dei cinque ragazzini, le sono state formulate dal pubblico ministero che ha fatto la spola da un’aula all’altra, mentre l’unico contatto con la “curva” la ragazza lo ha avuto attraverso uno schermo puntato sul giudice.

Nessuna ritrattazione

A quanto si è potuto apprendere, la giovane non ha fatto un solo passo indietro, confermando tutto quello che già aveva detto agli investigatori della seconda sezione della Squadra mobile della Questura di Rimini. Del resto era stata lei fin dal primo momento, a puntare il dito contro il branco che. Tra le prove che incastrerebbero gli autori materiali dello stupro, ci sarebbero i video da loro registrati sul momento e la messaggistica trovata dagli investigatori sui cellulari dei cinque indagati. Solo due, però, come detto, avrebbero materialmente consumato gli abusi sessuali. Un’altra foto che confermerebbe la ricostruzione della presunta vittima, è quella scattata dalla cameriera di un locale a ridosso della spiaggia, corsa in suo aiuto quando, a due passi dalla ruota panoramica, aveva visto la 15enne che urlava e chiedeva di essere lasciata in pace, tra l’indifferenza generale dei tanti presenti, mentre era circondata e sbeffeggiata dagli “amici”.

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