Rimini, l’incubo delle visite specialistiche: “File non tollerabili”

Prestazioni sanitarie in ritardo, lunghe file in attesa di una visita specialistica, Casa delle salute che una volta inaugurate avranno bisogno di medici e infermieri. L’assessore alla sanità Kristian Gianfreda denuncia una situazione di emergenza che non può più essere tollerata.

“La sanità dimenticata”

«Ora che il Covid sembra un capitolo del passato, il tema della sanità pare già cascato nel dimenticatoio. Una mossa kamikaze, in sostanza». Inizia così l’accusa di Gianfreda.

Ma a che cosa si riferisce? «Ci sono dei mali cronici che investono la sanità italiana ed è arrivato il momento di metterci mano per davvero, con una programmazione nazionale, a partire da quella discriminazione data da un insieme di deficit – prosegue – per cui, troppo spesso, chi può paga, mentre chi non può permetterselo rimane ingabbiato nelle file d’attesa».

“Servono camici bianchi”

Il Distretto di Rimini, in sinergia con l’Ausl Romagna – rammenta l’assessore – sta «provando a predisporre tutti gli strumenti a disposizione per evitare l’esacerbarsi delle diseguaglianze in ambito di prestazione sanitarie».

Come? «Attraverso un apposito piano dedicato a garantire un accesso equo delle cure e la corposa operazione di investimento sulla medicina a vocazione territoriale che vede al centro il ruolo strategico delle Case della Salute, che passeranno da una a tre».

Resta un dubbio. «Come faranno a funzionare al pieno delle potenzialità se non sarà garantito dal sistema sanitario la necessaria dotazione di personale medico e infermieristico?».

Liste d’attesa

L’azienda sanitaria è impegnata a incrociare la domanda e l’offerta. «È attivo un tavolo di confronto con i professionisti ospedalieri e territoriali, un percorso finalizzato a migliorare sempre di più l’appropriatezza prescrittiva del paziente, un altro percorso di presa in carico del paziente per non dover ogni volta ripassare dal Cup o dal medico di base, la collaborazione con il privato accreditato, il reperimento dell’organico. A questo si aggiunge l’iter tecnico politico per identificare i target più vulnerabili, i quali hanno il pieno diritto di ricevere le cure che attendono nei tempi adeguati». Può bastare? «Tutto questo non è sufficiente per risolvere delle problematiche che richiedono un intervento plurale, che non può essere lasciato nelle mani dei singoli territori, in una corsa in solitaria. Come rivelano i dati nazionali, è infatti in costante crescita la spesa dei cittadini alla sanità privata, che è passata dai 34,85 miliardi del 2019 ai 37 miliardi del 2021».

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