Rimini, l'ex amante: «Rivuoi i tuoi soldi? Allora dico tutto a tuo marito»

Rimini

Per indurre l’ex amante a non chiedere indietro un prestito di più di quarantamila euro l’aveva minacciata di rivelare al marito la relazione extraconiugale o meglio ancora di intentare una causa di paternità per il riconoscimento del figlio minore della donna così da mandarle all’aria il matrimonio.

Ora l’imputato, un carabiniere di 52 anni che presta servizio fuori provincia, già a processo per stalking, dovrà infatti difendersi anche dall’accusa di estorsione. E’ il reato che il pm Davide Ercolani ha contestato in corsa: la modifica del capo di imputazione è arrivata dopo la deposizione della presunta parte offesa, assistita dall’avvocato Piero Venturi. La donna ha ribadito e specificato meglio il contesto della lamentata persecuzione da parte del militare dopo la fine della loro storia clandestina. Alle questioni di cuore si sarebbero mischiati motivi di interesse. Un prestito che il carabiniere aveva ottenuto dalla donna, di oltre quarantamila euro. Lui le aveva lasciato in garanzia tre assegni di pari importo, privi però di adeguata copertura bancaria. «A un certo punto però - è il racconto della donna - la nostra relazione è diventata un inferno e quando io gli ho chiesto indietro i miei soldi, lui per ripicca mi ha detto che non me li avrebbe restituiti mai più. E ha cominciato a minacciare di rivelare a mio marito, ignaro dei fatti, la nostra relazione extraconiugale».

Hanno preso un’altra piega agli occhi del pubblico ministero le minacce che lei alla fine aveva già denunciato, esasperata e impaurita del voltafaccia della persona della quale si era invaghita. In un primo momento aveva raccontato solo una parte della storia: il questore aveva fatto partire una “diffida” che però, invece di calmarlo, aveva provocato la rabbiosa reazione dell’uomo. «Tu tocca di nuovo il mio lavoro e io ti taglio la testa e te la porto in caserma» è il tenore di uno dei messaggi ricevuti su Whatsapp dalla donna. Così facendo, rileva la procura dopo la testimonianza in aula della signora, «l’imputato costringeva la parte offesa a omettere o ritardare la richiesta di restituzione del denaro che effettivamente non veniva restituito con ingiusto profitto proprio e altrui danno». In aula la donna ha rincarato la dose riguardo alla personalità dell’ex amante indicato come aggressivo, assillante, e privo di scrupoli. In uno degli ultimi messaggi il carabiniere le faceva notare che nonostante le denunce lui era ancora al suo posto. «Non mi avete fatto niente, non avete avuto niente. Io sono ancora qui e ci resto. Mi prenderò tutto a suo tempo». Perché il militare, ben presto trasferito, abbia perso la testa non è chiaro. C’è chi dice che sia tutta un’altra storia quella che lui racconta: sarà ascoltato presto dai giudici.

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