È uscito di casa senza far più ritorno. Da allora sono passati 20 anni e sua madre continua ad aspettarlo. Le ipotesi che si rincorrono puntellano a stento i giorni che le restano. Ormai 80enne spera solo di rivederlo prima di morire o almeno di sapere che sta bene. Qualcuno avrebbe riconosciuto l’uomo di un tempo in un anziano clochard ma non è bastato per traghettare al lieto fine. Con la stessa incertezza fa i conti anche un’altra famiglia: il figlio è sparito nel nulla a pochi giorni dalla tesi. Aveva mentito a tutti, senza sostenere neanche un esame e le menzogne sono diventate la morsa pronta a stritolarlo. C’è chi l’avrebbe visto in Portogallo ma a distanza di anni ogni avvistamento resta sfumato dai dubbi. Sono alcune delle storie che coinvolgono riminesi di ogni età, sesso ed estrazione sociale. Persone come tante che in un giorno come un altro sono evaporate. Vite sospese, visi cristallizzati in foto scolorite che trascinano a un passo dal baratro chi li ha amati.
Ultimi dati
Solo nel primo semestre del 2022 a Rimini sono sparite nel nulla 25 persone. Dati alla mano da gennaio a giugno scorso, sono state 75 le denunce di scomparsa, a fronte di 50 persone ritrovate. Nello stesso periodo in Emilia Romagna si rilevano 586 denunce di scomparsa di cui 447 ritrovati, 4 deceduti e 139 volatilizzati. Ma non è tutto. Sempre in regione le denunce di scomparsa per i minori stranieri sono 193 con 124 ritrovati e 69 dispersi. A illustrare numeri da bollettino di guerra è Marisa Degli Angeli, presidente dell’Associazione Penelope che forte di una settantina di volontari parla di casistiche ampie accomunate dalla disperazione in crescendo. Un sentimento che vive in prima persona ogni giorno da 30 anni, quando sua figlia Cristina Golinucci, all’epoca 22enne, scomparve da Cesena. «Il mio curriculum rassicura chi ci contatta – dice – non sono uno sciacallo ma una di loro». Ed entra nei dettagli: «Le motivazioni dietro a una sparizione sono infinite: da un malore alla morte improvvisa incluso il finire vittima di reati. Da non dimenticare l’adesione a sette, caso al momento non contemplato a Rimini, nonché la fuga di donne da uomini violenti e persino quella di un padre scappato per non pagare gli alimenti all’ex moglie. Ma non sempre – sottolinea con forza - si tratta di un allontanamento volontario».
Tra ombre e luci
Nel dipanarsi di tante esistenze, ha toccato con mano la gioia dei ritrovamenti, come quello di nonna Rosa, che colpita dalle prime ombre dell’Alzheimer si era persa in un giorno di festa mentre si recava dalla figlia. «Si era rifugiata in una cava, - ricorda Degli Angeli - l’abbiamo ritrovata rannicchiata lì, disidratata ma ancora viva dopo due notti». Tanti anche i nodi da sciogliere, riconosce, come nella fitta trama di Penelope che nel poema epico attribuito a Omero, l’Odissea, attende da dieci anni il ritorno del marito Ulisse, tessendo e disfacendo una tela per procrastinare altre nozze. E nel computo degli sforzi restano anche pagine nere come la morte di un altro anziano affetto da Alzheimer che sparito in pigiama da una casa di riposo è stato ritrovato senza vita dopo 36 ore. Causa del decesso l’ipotermia. Amaro anche un altro epilogo. «L’associazione ha contribuito al ritrovamento di un cadavere: una donna che aveva annunciato il suicidio in un biglietto – svela -. Non dimenticherò mai le parole di suo figlio: “Neanche la nascita di un nipotino l’ha salvata”. Ma nonostante tutto, resto convinta che sia meglio sapere cos’è successo, che la morte sia preferibile al logorio dei dubbi, perché almeno c’è una tomba su cui piangere. A differenza di altri Paesi dove ci sono liste di pubblico accesso con i nomi degli scomparsi, in Italia è tutto più complicato – nota -. Prima del Covid lasciavamo volantini nelle bacheche delle stazioni di Rimini, Ravenna e Cesena ma non basta – conclude decisa -. Bisogna che i familiari possano confrontare il loro Dna col profilo genetico dei cadaveri non identificati raccolti in una banca dati».
