Non ha negato nulla delle contestazioni che gli sono state mosse Andrea Davoli, il 52enne educatore di Cl, insegnante di religione e responsabile provinciale di Gioventù studentesca “Don Giussani” di Reggio Emilia, arrestato sabato scorso dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata per aver abusato più volte di una ragazzina 14enne a lui affidata per partecipare a ritiri spirituali. Al gip Vinicio Cantarini – che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal sostituto procuratore Davide Ercolani e che ieri mattina lo ha interrogato in videoconferenza –, avrebbe detto però di non aver mai superato il limite fino a quando «è stata lei a farmi intendere di voler avere una relazione con me. E io, dopo 15 anni di castità, ho ceduto».
L’interrogatorio
L’aula gip al primo piano del tribunale di Rimini e la stanza della sezione protetta del carcere di Pordenone dove l’educatore è detenuto sono rimaste collegate per circa due ore a causa di problemi di linea. Davoli, assistito dall’avvocato Liborio Catalioti, ha risposto alle domande del giudice Cantarini. «Lo ha fatto senza reticenze fornendo risposte complete. Ha ammesso le frequentazioni con la ragazzina. Di più però non posso dire perché le indagini sono ancora in corso» ha spiegato il legale. Sulla veridicità delle affermazioni di Davoli ora dovrà svolgere accertamenti la Procura della Repubblica di Reggio Emilia, a cui il fascicolo è già stato inoltrato. Al termine dell’interrogatorio l’avvocato Catalioti ha chiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari nella casa di Caorle dei genitori dove sabato scorso Davoli è stato arrestato dai carabinieri. Il giudice Cantarini si è riservato la decisione sulla richiesta.
La genesi
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, gli abusi sarebbero iniziati nel dicembre 2022 con un bacio per arrivare lo scorso aprile in occasione di un ritiro pre pasquale alla prima consumazione di un rapporto completo avvenuto approfittando di un momento di debolezza della ragazzina. Fatto avvenuto a Rimini a spiegazione del perché dell’inchiesta condotta dal pm Ercolani. Il rapporto tra i due era stato scoperto dai familiari della 14enne che avevano trovato le chat sul cellulare della figlia. Era così partita la denuncia nei confronti dell’educatore che era anche membro dei Memores Domini, associazione laicale cattolica nata nel 1968 a Milano, i cui aderenti vivono i precetti di povertà, castità e obbedienza sotto l’egida di Comunione e liberazione. Molti membri dei Memores e genitori di ragazzini affidati a Davoli stanno inondando di messaggi di solidarietà le caselle di posta elettronica in cui scrivono di credere nella sua innocenza e di pregare per lui.