Rimini. L'Aia: "Albergatori, basta con le camere a 20 euro a notte"

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Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini esorta gli hotel a rimanere aperti in vista della stagione invernale malgrado il caro bollette e a non abbassare i prezzi delle camere per non rovinare il mercato: «Siamo davanti a un momento di cambiamento unico e difficile. Serve coraggio».

Il pieno di eventi

«Sarà un autunno ricco di eventi a partire dalle fiere – sottolinea Rinaldis –. In vista del Ttg (12-14 ottobre) gli hotel sono già quasi tutti pieni, per Ecomondo (8-11 novembre) pure. Anche il palacongressi sta riprendendo quota con un calendario piuttosto ricco. Possiamo inoltre vendere Rimini come città d’arte, così come il nostro entroterra: insomma ci sono prospettive davvero migliori rispetto al passato. Però dopo la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi di governo in Italia e ora le utenze fuori controllo, tutto diventa difficile e per tenere le strutture aperte serve coraggio. Gli alberghi devono fare i conti con la convenienza perché aumenti del genere fanno paura. Non dimentichiamoci però che l’economia va avanti».

Serve coraggio

Della coda della stagione la presidente Rinaldis ne ha già parlato con gli associati: «Ho spedito una lettera a tutti quanti, invitando a guardare bene i conti. Rispetto al caro bollette ci aspettiamo dei provvedimenti da parte del governo. D’accordo che aumenti del genere su tutta la linea creano grossi problemi, però Rimini ha un tessuto turistico importante che va salvaguardato. L’ho detto ai nostri operatori ancora prima del sindaco Jamil Sadegholvaad: bisogna avere coraggio e anche la dignità di modulare i prezzi su quelli che sono i nuovi costi».

Basta camere a 20 euro

Nel mirino della numero uno degli Albergatori riminesi ci sono le consuete offerte al ribasso: «L’ultima della serie è di 22 euro a testa in mezza pensione per un gruppo di una cinquantina di turisti stranieri: una cifra che non esiste, inaccettabile. Così come gli hotel 4 stelle che mettono sul mercato camere a 30 euro. Dobbiamo smettere di vendere le camere e prendere gruppi a cifre così irrisorie. Per le nostre aziende è deleterio, rovina il mercato e lo impoverisce ancora di più. Ciò che più mi preoccupa è che non si ponga un freno a queste situazioni. Serve più senso del territorio, dobbiamo metterci d’accordo, condividere i prezzi ma mai scendere sotto certi minimi. Altrimenti diventa un circolo vizioso. Se questa corsa al ribasso non si può interrompere in altro modo, lo faremo attraverso i controlli. Ne abbiamo già parlato con l’amministrazione comunale, valutiamo sviluppi».

L’esercito degli hotel

Rimini a pieno regime in estate conta oltre mille hotel, fra questi quelli annuali sono 300 a cui vanno aggiunti altri 200-250 alberghi che contano sulle aperture straordinarie in occasione di fiere e grandi eventi. Proprio queste strutture sono le più a rischio per garantire ospitalità continua. «Gli hotel più organizzati, quelli gestiti in maniera più imprenditoriale chiaramente vanno avanti. Nonostante i timori. Perché se c’è un’opportunità di vendita, va colta. Magari rimodulando i prezzi – chiarisce Rinaldis –. La questione del caro bollette riguarda soprattutto gli hotel con le aperture straordinarie, sono quelli più a rischio perché “accendere” una struttura per pochi giorni e poi richiuderla, potrebbe essere tutt’altro che conveniente. Senza dimenticare che l’Italia ha il costo di energia più alto in Europa e che un aumento delle tariffe in tutto il nostro Paese rischia di diventare un boomerang, facendo guadagnare terreno ad altre mete estere concorrente».

«Non riesco a pagare»

Il problema dei costi alle stelle sta già lasciando la sua scia di incertezza: «Diversi albergatori ci hanno chiamato perché non riescono a pagare le bollette. E c’è difficoltà anche ad ottenere le rateizzazioni – rivela Rinaldis –. Il caro energia si ripercuote un po’ su tutto: dai costi della lavanderia a quelli dei generi alimentari. E un imprenditore non può lavorare in perdita. Ma prima di dire no a priori alle aperture fuori stagione, invito tutti a valutare bene tutti i pro e i contro». «Avanti di questo passo e molti locali resteranno aperti soltanto nel fine settimana, da venerdì alla domenica». L'allarme lo lancia il presidente della Confcommercio di Rimini, Gianni Indino, di fronte a un mondo del commercio strozzato dai prezzi folli delle bollette. «Con questi chiari di luna – sottolinea Indino – se il nuovo governo non interverrà subito per calmierare le bollette, ci troveremo di fronte a un problema che mai mi sarei neppure sognato di dover affrontare: pagare le bollette, le tasse, il mutuo oppure fare la spesa e mangiare? La situazione è drammatica e in tanti anni non l'avevo mai vissuta, neppure ai tempi dell'austerity: o mangiamo o paghiamo le bollette». Il presidente aggiunge: «Siccome è impensabile rimanere al freddo, la maggior parte delle imprese e dei ristoranti non resterà aperta. È probabile che le aperture vengano concentrate nel fine settimana: venerdì, sabato e domenica. Molti associati ce lo hanno già anticipato, resteranno aperti solo nel week-end quando la clientela è numerosa, perché altrimenti è anti economico. Con queste bollette anche il solo forno a legna non può rimanere acceso di continuo». «A livello nazionale – aggiunge ancora il presidente della Confcommercio riminese – il nostro Centro studi ha già prodotto delle stime: avanti così e 120mila aziende chiuderanno, lasciando a casa circa 370mila persone. A rischiare di più sono le grandi strutture: più grandi sono più è elevato il rischio. Ristoranti, discoteche, piscine, palestre, cinema soffriranno tantissimo». In questo mare di difficoltà, Indino assolve il Comune di Rimini: «L’amministrazione fa quello che può. Sinora è venuta incontro alle esigenze dei commercianti. Ora chiediamo che anche quest’anno lo spazio per i dehor venga concesso di nuovo gratuitamente per fare in modo che i locali possano avere un po’ di risparmio».

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