Rimini. Insulti razzisti alla vicesindaca, lo salva la prescrizione

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Reato cancellato per avvenuta prescrizione. Si è concluso così ieri mattina il processo che vedeva alla sbarra un bancario riminese di quarantaquattro anni accusato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”. Reato per cui il codice prevede una pena massima di quattro anni.

La storia

L’uomo, difeso dall’avvocato Monica Rossi, era finito nei guai dopo aver postato su Facebook (era il 2017) un commento offensivo nei confronti della ex vicesindaca Gloria Lisi, finita nel mirino degli odiatori seriali per le sue posizioni anti razzisti.

Spulciando i profili di quanti avevano espresso commenti diffamatori e in particolare scorrendo la sua bacheca venne fuori che il riminese, tre anni prima (nel 2014), aveva pubblicato sempre su Facebook una immagine inqualificabile composta di due foto affiancate.

La prima ritraeva dei nomadi come ladri e approfittatori, nell’altra Hitler in persona invitava i potenziali seguaci a risolvere il “problema” passando dal primo distributore di benzina: alle sue spalle si vedeva un campo nomadi in fiamme.

Davanti a quelle immagini e affermazioni la Lisi si rivolse alla polizia. In quel periodo, infatti, la polemica sui nomadi impazzava e alle offese sui social si accompagnavano anche delle minacce.

L’imputato, che era difeso di fiducia dall’avvocato Monica Rossi, ha sempre negato di avere mai avuto frequentazioni politiche, né amicizie o collegamenti nell’area estremista, tantomeno di avere istigato qualcuno a commettere i reati che gli vengono contestati. Anche in questo procedimento Gloria Lisi è stata assistita dall’avvocato Maurizio Ghinelli.E.Ch.

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