Rimini, insegnante a casa per tre anni con certificati medici falsi

Pur di non farla tornare dietro la cattedra le hanno diagnosticato anche la malattia di Ménière, rara patologia dell’orecchio interno, che causa “vertigine, ipoacusia neurosensoriale fluttuante e acufeni”, di cui non esiste un esame affidabile per la sua diagnosi. Sono indagati per truffa in concorso ai danni dello Stato una professoressa e due medici che con le loro false attestazioni hanno permesso alla docente, secondo le indagini della Guardia di finanza di Rimini, di giustificare l’assenza dal servizio per ben tre anni scolastici consecutivi. La Procura della Repubblica ha chiesto per l’insegnante residente a Condofuri e per i dottori, con case e studi a Bova Marina e Reggio Calabria, il rinvio a giudizio. L’udienza davanti al Gup Raffaella Ceccarelli è stata fissata per il prossimo 7 marzo. Alla professoressa il sostituto procuratore Luca Bertuzzi contesta anche di essersi indebitamente intascata, grazie ai falsi certificati, lo stipendio da insegnante per una somma di poco superiore ai 46mila euro.

Salute cagionevole

La docente, appena trentenne, stando alle certificazioni è stata malata per tutto il periodo in cui ha avuto gli incarichi come supplente al liceo scientifico e linguistico di Novafeltria, negli istituti tecnici Belluzzi e Alberti di Rimini. Nel corso dei tre anni scolastici, (dal 24 settembre 2019 fino allo scorso 4 aprile) ha presentato certificati ben 34 certificati firmati dai due medici calabresi che di volta in volta hanno diagnosticato prescrivendo addirittura terapie salvavita per sindromi da vertigini, distorsioni alla caviglia, ascesso ai denti, lombalgia, la già citata sindrome di Ménière, fino alla gravissima insufficienza renale cronica. Nel periodo Covid inoltre all’insegnante è stata anche diagnosticata una reazione avversa al vaccino. Tutte queste patologie le hanno permesso assenze di mesi, grazie ai certificati che andavano da gennaio a maggio per poi riprendere regolarmente nel settembre successivo all’inizio del nuovo anno scolastico. Tutti i certificati medici sono stati sottoposti dalla Procura a consulenza tecnica d’ufficio dalla quale è emersa chiaramente che i due professionisti prescrivevano terapie salvavita alla giovane prof senza che vi fosse il requisito della gravità. I tre indagati sono difesi dagli avvocati Rosa Celea, Luca Barillà e Domenico Vadalà del Foro di Reggio Calabria.

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