Rimini, inflazione fuori controllo: costa 2.500 euro a famiglia

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Inflazione fuori controllo a Rimini. E spesa quotidiana insostenibile per sempre più famiglie a causa del caro prezzi ormai inarrestabile. A dare l’allarme è La Federconsumatori che parla di «boom dei prezzi» e di «un autunno con rincari in arrivo per ogni prodotto».
Insomma, la tempesta perfetta che rischia di devastare gran parte dell’economia italiana di quella della Riviera, ricca di attività e posti di lavoro per lo più stagionali, in particolare. Ma entriamo tra le pieghe di quest’analisi Federconsumatori per comprenderne gravità ed emergenze. Denuncia l’associazione: «A Rimini continua inarrestabile l'aumento dei prezzi e delle tariffe, con un tasso d’inflazione che cresce, in un solo mese (agosto rispetto a luglio, ndr), dell’1,9%». L’Istat, infatti, parla di rialzo inflattivo su Rimini dell’8,5% su base annua, «senza dubbio il dato più elevato dal 1985», fa notare Federconsumatori. Che aggiunge: «Un dato estremamente preoccupante, poi, soprattutto se si considera l’impennata del tasso relativo al carrello della spesa, è che a Rimini i prezzi sono cresciuti del 10,7 %, un punto in più rispetto alla media nazionale».
Con questo trend degli aumenti: +12% su pane e cereali, +11,2% sulle carni, +12,1% su latte, formaggi e uova, +25,4% su oli e grassi, +9,3% su pesce e prodotti ittici, +10,7% su acque minerali, bevande analcoliche e succhi di frutta, +8,9% sulla birra, +6,4% sulla frutta, +8,3% sui vegetali e +9% su zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi. Con una dinamica peraltro allarmante, che rende sempre più proibitivo il consumo di alcuni prodotti da parte delle famiglie. Rilancia Federconsumatori: «Nel corso dell’anno abbiamo registrato una riduzione dei consumi (carne -16.8%), con una spinta verso prodotti a bassa qualità e quindi a minor costo».

2.500 euro a famiglia


E il presidente Federconsumatori Rimini, Graziano Urbinati commenta: « Con l’inflazione a questi livelli, l’aggravio per ciascuna famiglia sarà, in termini annui, di +2.503,20 euro, di cui +543,20 euro solo nel settore alimentare. Aumenti rilevanti, quindi, che incidono sui settori fondamentali della spesa delle famiglie. Aggravio trainato anche nel nostro territorio dagli aumenti dell’energia elettrica +105,6% e del gas +65,9%». Chiosa quindi Urbinati: «La legge regionale sulle Comunità energetiche è un punto importante per lo sviluppo di nuove modalità di produzione e consumo, ma occorre, anche, la regolamentazione delle tariffe del teleriscaldamento ed in quest’ottica il ruolo dei Comuni è fondamentale. Inoltre è necessario pensare di destinare parte dei dividendi delle multiutilities, al fine di sostenere i cittadini in difficoltà con i rincari energetici. Infine, riteniamo necessario sterilizzare l’Iva sui prodotti fondamentali, azzerandola su pane, pasta e latte e portandola al 4% su carne pesce. Oltre a giungere ad una riforma delle aliquote Iva, delle accise e degli oneri generali in bolletta». Chiesta anche l’attivazione del Garante dei Prezzi.

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