Rimini, indagine sul residence che ha ospitato gli operai lombardi

Rimini

«I sei casi positivi riscontrati nel territorio di Rimini sono tutti riconducibili a contatti del ristoratore. È in corso ancora un’indagine epidemiologica, e non solo. Si sta anche verificando in un luogo lì accanto dove la gente si ferma a dormire, si valuta se nel periodo di un mese sono arrivati cittadini dalla zona rossa del Basso Lodigiano. Nelle prossime giornate ci sarà sicuramente un risultato». Lo ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi riconducendo dunque il contagio del 71enne cattolichino a dei frequentatori del suo ristorante a San Clemente provenienti da fuori. Poco distante infatti, sempre in territorio comunale, c’è un residence che viene spesso usato per ospitare lavoratori che si spostano in Valconca da altre parti d’Italia. Proprio lì quindi si sono focalizzate le indagine sia dell’Ausl che dei carabinieri per verificare chi abbia alloggiato nei giorni precedenti al contagio.

«Le forze dell’ordine infatti – comunica la prefettura – stanno offrendo il necessario supporto al Dipartimento di Sanità pubblica nell’individuazione e reperimento dei contatti, esaminando in particolare la documentazione di una struttura ricettiva che ha ospitato i lavoratori del Nord Italia che hanno frequentato il locale del “paziente uno” per cercare di comprendere l’origine della trasmissione del virus.
Al momento non è ancora stato possibile accertare se chi ha alloggiato nel residence sia stato contagiato, ma gli operai che vi hanno transitato provengono in gran parte dalla Lombardia anche se tra loro ci sono stranieri. Lavoratori in trasferta che avrebbero mangiato almeno una volta nel ristorante La Romagnola. Se sarà accertato che tra di loro c’è qualcuno proveniente dalle zone di maggiore contagio sarà definitivamente esclusa la possibilità di un “ceppo” riminese. Ma per il momento non ci sono ancora certezze.

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