«Non è una città per professori precari». Di Rimini fornisce un’istantanea lontana anni luce dalla movida notturna e la spensieratezza in spiaggia. Vive sul lungomare riminese da tre anni e per insegnare ha lasciato la sua Calabria portando con sé il marito e la figlia.
Eppure restare all’ombra dell’Arco di Augusto appare sempre più difficile. Viola (nome di fantasia) ha 44 anni, una laurea in Filosofia e una in Scienze dell’educazione oltre a svariati master ma è ancora un’insegnante precaria alle superiori dove insegna Filosofia e scienze umane.
Viola, quali sono le difficoltà di una supplente in trasferta a Rimini?
«Cerco di vivere un mese alla volta ma nell’ultimo anno la situazione è peggiorata oltre misura. Sto affondando nelle sabbie mobili e con me tantissimi colleghi. Mi sono trasferita in riviera circa tre anni fa perché in Calabria non riuscivo a lavorare».
Facciamo due conti.
«Guadagno quasi 1.500 euro al mese ma tra luglio e agosto percepisco solo un quinto dello stipendio, fermo restando che ogni volta manca la certezza di ricominciare a settembre. L’affitto rosicchia 750 euro al mese, 50 in nero, per un appartamento piccolo e senza terrazzo che trasuda umidità e muffa con il carico da dieci degli spifferi. Mi vergogno a invitare gente, non sarebbe uno spazio adatto neanche per una festicciola parrocchiale. Pulisco di continuo ma persino sugli abiti permane uno strano odore. Il peggio è che a maggio mi scadrà il contratto che non sarà rinnovato. Morale? Dovremo cercare una soluzione a ridosso dell’estate quando chi ha quattro mura le affitta ai villeggianti. Se anche ne venissimo a capo, l’affitto partirebbe da 1.200 euro al mese, stravolgendo tutto. Al nostro arrivo i prezzi per un tetto erano sui 750 euro, ora si giunge anche a quota 1.500. In più vengono chiesti 12 mesi di fidejussione bancaria, ma il contratto da supplente vale zero perché, se tutto va bene, vengo confermata di anno in anno. La causa del problema affitti è lampante».
Ovvero?
«D’estate c’è chi guadagna migliaia di euro se affitta ai turisti attraverso la formula settimanale. Perché dovrebbe cambiare idea? È come un cane che si morde la coda, ormai mancano anche gli stagionali perché si rifiutano di bruciare un terzo del guadagno per un alloggio. Buffo perché interi paesi del sud si spopolavano e i giovani sparivano da maggio a settembre per la stagione in riviera. Detto questo, se anche trovassi una casa, dovrei comprare tutti i mobili perché in questi anni il proprietario ci ha imposto di non spostare neanche uno spillo».
Torniamo agli scontrini “calienti” di Rimini.
«Sono appena tornata da una visita ai miei genitori e so di cosa parlo. Non mi capacito del perché, pur essendoci rincari anche al sud, la differenza resti abissale. Qualche esempio pratico? Un caffè nella mia città natale al bar costa 90 centesimi, un bel gelato 2 euro e ti puoi concedere un cocktail a 5 euro. A Rimini è tutta un’altra storia. Quanto alle bollette, ho dovuto rateizzare l’utenza dell’elettricità, che si aggirava sui 450 euro, senza contare le altre spese. Mio marito guadagna un po’ più di me ma chi ha figli stringe sempre la cinghia. Finite le medie, quest’anno ci aspetta la stangata dei libri delle superiori».
Nel budget rientrano mai ferie o divertimenti?
«L’ultima vacanza risale a 14 anni fa prima che diventassimo genitori. Un tempo lo stipendio da insegnante garantiva sicurezza e un buono stile di vita. Adesso si precipita dalle stelle alle stalle».
Non scorge un piano “B”?
«Purtroppo no, spostarsi nell’entroterra è improponibile, perché gran parte dello stipendio se ne andrebbe in carburante per lavoro e riunioni. Lasciare parte della famiglia in Calabria e raggiungerli nel weekend (anche ammesso di vedersi concesso il sabato libero) sarebbe assurdo, sono circa 20 ore tra andata e ritorno, ma se non troveremo un’alternativa, dovremmo fare i bagagli comunque. Molti colleghi single si vedono costretti a dividere l’appartamento con altra gente, come fossero universitari e chi non ha il sostegno di genitori o compagni annaspa per arrivare a fine mese».
noi pensionati con la miseria che prendiamo siamo in affanno per affitti e bollette ci rimane ben poco ,ma si può andare avanti così dopo una vita di lavoro??
noi pensionati con la miseria che prendiamo fra affitti e bollette ,rimane ben poco ma si può andare avanti così dopo una vita di lavoro??