Rimini. In sedia a rotelle e con patologie ma non posso vaccinarmi

Rimini

Non è la prima volta che il morcianese Fabio Avanzolini, costretto su una sedia a rotelle, si mette in gioco per difendere diritti o denunciare mancanze che vanno a colpire le persone con disabilità o patologie invalidanti che, al contrario, meriterebbe maggiore attenzione da parte di istituzioni e società.

Per denunciare l’incertezza sulle vaccinazioni, Fabio che ha 51 anni e 5 figli, ha deciso di utilizzare lo strumento della lettera aperta, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al capo del Governo Draghi, al ministro della salute Speranza, ma anche al presidente della regione Emilia Romagna Bonaccini e al diretto generale di Ausl Romagna Tiziano Carradori.

Per rendere corale un disagio che colpisce tantissime persone che dovrebbero invece essere tutelate, perché maggiormente a rischio di essere duramente colpite dall’infezione di Covid, Fabio ha poi deciso di trasformare la lettera aperta in una petizione on line.

Che cosa l’ha spinta ad inviare la lettera e a farla diventare poi una petizione?

«Si parla di combattere il virus, me se non si comincia proteggendo quelle persone che certamente, qualora ne dovessero essere colpite, andrebbero ad occupare un posto letto in rianimazione, allora si gioca sbagliato dall’inizio. Una persona con le mie patologie ha un’altissima possibilità di finire in terapia intensiva. Così ho pensato che fosse arrivato il momento di capire se e come potevo vaccinarmi».

E com’è andata?

Premetto che nel sito della regione Emilia Romagna si fa riferimento alle “persone fragili”, come le chiamano loro, con l’indicazione che sarebbero state prese in carico dal 22 febbraio. Io ho diverse patologie, partendo da quella neurologica, fino al diabete, ed altre ancora. Quando ho chiamato il Cup chiedendo quando sarebbe dovuto essere il mio turno di essere vaccinato, la risposta che ho ricevuto è stata “non lo so”».

Perché, secondo lei, si è venuta a creare questa situazione?

«Credo che possa essere dipeso dal fatto che prima c’era un commissario unico che aveva in mano tutto, non arrivando a pensare che fosse opportuno tutelare tra i primi, persone con disabilità o con patologie importanti, che qualora sia ammalino di Covid, quasi certamente finirebbero in rianimazione, che poi è quello che si cerca in tutti i modi di evitare».

Ma chi può indicare se deve essere vaccinato prima di altri?

«Dovrebbe essere una responsabilità del comitato tecnico scientifico, che sulla base delle possibilità che si hanno di contrarre il virus, avendo una patologia rispetto ad un’altra, indicano a chi dare la priorità. Perché le persone che hanno patologie importanti non vengono vaccinate subito dopo gli anziani? Anche il medico di base è in grado di discriminare tra i suoi pazienti chi presenta le patologie che più le espongono ad un maggior rischio in caso di infezione. E’ giusto vaccinare anziani, medici, forze dell’ordine, ma credo ci siano altre categorie di utenti, ugualmente esposti, non considerati. Penso ad esempio agli operatori che lavorano nei supermercati, che andrebbero subito vaccinati».

Cosa si aspetta dalla petizione che ha lanciato?

«Che la gente la legga e la firmi, perché penso sia giusto tutelare chi presenta particolari difficoltà. La penserei così anche se non avessi alcuna patologia. Vedo che la politica si riempie la bocca di termini come “persone fragili” o “estremamente vulnerabili”, ma cosa vuol dire davvero? Io non sono un pezzo di vetro, ho una patologia, ma con la mia patologia vado a votare, partecipo alla vita sociale, lavoro e produco reddito come chiunque altro»

E dalle lettere che ha mandato?

«Resterei molto deluso se non ricevessi risposta né da Bonaccini né da Sileri. Dagli altri non me l’aspetto, ma da loro due sì. Probabilmente non avrei dovuto scrivere io questa lettera, sollevare questo problema, forse la persona più adatta sarebbe stata il sindaco, che poi dovrebbe essere il primo tutore dei suoi cittadini».

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