Rimini, in centro crescono i ristoranti, calano negozi e bar

Si salvano solo i ristoranti. Che a Rimini crescono persino di numero. Al contrario degli altri settori del commercio che, invece, versano in uno stato di crisi profonda. Come evidenziato da un report della Camera di commercio, e ripreso nei giorni scorsi dal Corriere Romagna, nella quale si parlava di 64 negozi chiusi in un anno, cinque ogni mese, tra il 2018 e il 2022.


Lo studio Confcommercio

In controtendenza col settore del bel mangiare, che, come si evince dall’ottava edizione dello studio “Imprese e città – Demografia d’impresa nelle città italiane”, elaborato dall’Ufficio studi Confcommercio, fotografa un’esplosione post-pandemica di nuovi ristoranti, principalmente nel centro storico di Rimini, per un buon +13,8%: 181 le attività operative nel 2019, 206 nel 2022. In calo, seppur di poche unità, invece, il numero di ristoranti presenti in periferia: 402 nel 2019, 398 nel 2022 (-1%). Sottolinea, però, con una certa preoccupazione, Gianni Indino, presidente provinciale della Confcommercio: «La crescita delle attività di ristorazione non è la panacea di tutti i mali, poiché non compensa le riduzioni del commercio. Semmai modifica in misura rilevante le caratteristiche dell’offerta della città e dell’economia in generale».


Meno bar

Ma se ci sono attività che potenziano il proprio trend di crescita, come appunto quelle della ristorazione, ce ne sono altre che, invece, perdono di attrattività. Come i bar. Nel 2019, infatti, nelle zone centrali di Rimini erano attivi 158 esercizi, che nel 2022 sono scesi a 144 (-8,8%). Il dato, poi, peggiora ulteriormente se ci spostiamo verso la periferia: 283 erano, infatti, i bar aperti nel 2019, contro i 244 del 2022 (-13,8%). Esaminando, invece, il dato aggregato di ristoranti e bar nell’ultimo decennio nel centro storico notiamo una crescita del +3,5%: erano 338 le attività aperte nel 2012 contro le 350 del 2022. A cui corrisponde un calo del -4,5% in periferia: 671 i ristoranti e bar operativi nel 2012 contro i 642 dello scorso anno.
Commenta Indino: «Lancio un ulteriore appello all’amministrazione comunale affinché continui a puntare sulla riqualificazione urbana che può attirare investimenti. E anche a studiare la possibilità di ridurre l’Imu a quei proprietari di locali che li affittino a prezzo calmierati. Perché la voce locazione è, senza dubbio, quella che pesa di più sul bilancio di un’attività commerciale». Chiosa, quindi, il presidente Confcommercio Rimini: «Inoltre gli istituti di credito non stanno aiutando il settore del commercio: ottenere risorse, infatti, è sempre più difficile per mancanza di fiducia. Per questo li sollecitiamo a riaprire i cordoni del credito».

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