Rimini, “in carcere chi sbaglia paga, ma deve potere anche rinascere” – Gallery

«Nessuno deve sentirsi escluso». È la motivazione alla base del consiglio comunale convocato ieri pomeriggio all’interno del carcere riminese. Lo ha detto in apertura di seduta l’assessore ai servizi sociali Kristian Gianfreda. «Chi sbaglia paga – ha argomentato – ma deve avere anche la possibilità di riscatto e rinascita. Il carcere non deve essere uno spazio estraneo, un pianeta a se stante, ma un luogo parte integrante della comunità, dove le vite e le persone possono cambiare, rinascere, ricominciare».
Sono 130 le persone che stanno scontando la pena all’interno dei “Casetti” e altre 900 quelle coinvolte in misure alternative sul territorio provinciale.
Una figura definita fondamentale per portare a termine questo percorso è il Garante dei detenuti, Giorgio Galavotti, appena eletto dal consiglio comunale. «Avrà il compito – ha spiegato Gianfreda – di consolidare e mantenere costante il dialogo fra il dentro e il fuori, rapportandosi con istituzioni, associazioni e gli altri soggetti nelle attività legate al carcere».
Il Comune in ogni caso ha già calato ponti di collegamento con il carcere, sotto forma di progetti destinati a favorire il reinserimento dei detenuti ad esempio nel mondo del lavoro. «Una volta terminata la detenzione, l’obiettivo deve essere quello di ricoprire un ruolo attivo nella società attraverso il recupero delle competenze personali e come amministrazione vogliamo facilitare e supportare questo percorso» con progetti ad hoc come “Progetto carcere “ e “Percorsi di inclusione sociale”.
Recentemente infine è stato firmato un Protocollo dedicato alla giustizia riparativa che fra l’altra prevede l’apertura di uno Sportello gestito da esperti della cooperativa “L’Ovile”, all’interno del quale vittima e colpevole, in maniera consensuale, si incontrano e cercano una riconciliazione, facilitati da un mediatore.

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