Rimini, in agosto il Meeting torna con numeri super

Il tema “Il coraggio di dire io” è una certezza già da tantissimi mesi, ora lo è anche il ritorno in presenza e la sua programmazione storica. Pur tenendo ovviamente conto degli adempimenti anti Covid. Il Meeting per l’amicizia fra i popoli capace negli anni di calamitare a Rimini oltre mezzo milione di persone da ogni angolo del pianeta è pronto al grande ritorno “alla base” ed è il direttore Emmanuele Forlani a rivelando anticipandone alcune novità.

Dopo l’esperienza 2020 praticamente quasi esclusivamente “a distanza” che Meeting dobbiamo aspettarci questa estate? Oltre ai padiglioni classici avrete altre strutture in città?

«La quarantaduesima edizione del Meeting si terrà dal 20 al 25 agosto in Fiera, dove si è tenuta la manifestazione fino al 2019. Oltre ai padiglioni, stiamo predisponendo una presenza significativa anche nel centro di Rimini, in stretta collaborazione con il Comune. Ogni sera ci sarà uno spettacolo nel centro storico, mentre una mostra di arte contemporanea sarà visitabile al Part, anche dopo la settimana del Meeting 2021».

Tradizionalmente, nella sua versione classica, il Meeting portava in Riviera centinaia di migliaia di persone: previsioni e sentiment per questa edizione?

«Direi che il sentiment è molto confortante e lo possiamo constatare dal coinvolgimento dei volontari, che saranno circa 2.000, dai relatori e dai numerosi partner che stanno confermando la loro partecipazione in presenza. Prevediamo una affluenza significativa di pubblico e stiamo lavorando per offrire una partecipazione più “sicura” possibile».

Il tema di quest’anno è “Il coraggio di dire Io”, in questo momento di quanto coraggio c’è bisogno per affrontare la pandemia e ripartire a tutti i livelli?

«Per risvegliarsi dal torpore e dalla paura di questo periodo è necessario che ciascuno dia il proprio contributo, con responsabilità. Incontreremo numerose testimonianze di persone che hanno avuto il coraggio di dire io, capaci di un dialogo costruttivo e di grande creatività. Per ripartire non sono sufficienti le misure economiche e i sostegni, pur necessari. Ciò che può davvero fare la differenza è che ognuno metta in campo i propri talenti».

Un altro tratto distintivo del Meeting è la presenza di grandissime figure dall’Italia e dal mondo: con tutte le difficoltà legate agli spostamenti riuscirete a far venire a Rimini e ospitare le personalità internazionali? Può anticipare qualche momento particolare in programma?

«Compatibilmente con le limitazioni imposte dalla pandemia stiamo invitando i relatori a essere con noi in presenza. Parleremo di educazione, di democrazia, di lavoro, di salute, di sostenibilità e di tanto altro. Le numerose mostre in presenza offriranno percorsi alla scoperta di grandi figure come Pasolini, Marchionne, Tolkien. Così come non mancheranno tanti ospiti dal vivo come tra gli altri il maestro Uto Ughi, il violinista Federico Mecozzi, l’attore Paolo Cevoli».

Quale messaggio di fiducia spera possa venire lanciato dalla Riviera con questa edizione che segna un rilancio e una ripartenza dei grandi eventi?

«Il messaggio che vogliamo portare attraverso le testimonianze è che è possibile vivere questo tempo così drammatico senza essere schiacciati dalla paura e dall’angoscia. Ciò che rende grande un evento non è la dimensione, ma il contenuto e il messaggio che può portare. Il nostro territorio è tra i più fertili in tal senso e non è un caso se il Meeting da 42 anni si fa proprio a Rimini».

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